lunedì 6 febbraio

di | 5 Febbraio 2023

Esodo 15,22 -27

Mosè fece partire Israele dal Mar Rosso ed essi avanzarono verso il deserto di Sur. Camminarono tre giorni nel deserto senza trovare acqua. 23Arrivarono a Mara, ma non potevano bere le acque di Mara, perché erano amare. Per questo furono chiamate Mara. 24Allora il popolo mormorò contro Mosè: “Che cosa berremo?”. 25Egli invocò il Signore, il quale gli indicò un legno. Lo gettò nell’acqua e l’acqua divenne dolce. In quel luogo il Signore impose al popolo una legge e un diritto; in quel luogo lo mise alla prova. 26Disse: “Se tu darai ascolto alla voce del Signore, tuo Dio, e farai ciò che è retto ai suoi occhi, se tu presterai orecchio ai suoi ordini e osserverai tutte le sue leggi, io non t’infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitto agli Egiziani, perché io sono il Signore, colui che ti guarisce!”. 27Poi arrivarono a Elìm, dove sono dodici sorgenti di acqua e settanta palme. Qui si accamparono presso l’acqua.

Commento

Si entra nel deserto di Sur, inizia il cammino nel grande deserto che è luogo inospitale. Iniziano le prove che segnano il cammino di questo popolo proprio dentro il deserto di Sur. La prima di questa è la questione dell’acqua. Dove trovare acqua nel eserto? E se si riesce di trovare l’acqua ma è amara si inizia a protestare. Dopo la grande acqua del mare dei giunchi che si è aperta per lasciare passare il popolo  ebraico e per la quale si è cantato e danzato in riva al mare, adesso arriva l’acqua amara dell’oasi, l’acqua imbevibile. Se c’è solo un miracolo grandioso, ma se questo non è supportato da un quotidiano che offre tutti i giorni il necessario per vivere è chiaro che il popolo non loda e non canta più, ma inizia a protestare. Sarà la grande sfida del deserto, ogni giorno dentro le difficoltà e le fatiche di questo cammino trovare fiducia nel Dio liberatore  e unità del popolo. La soluzione del problema dell’acqua sta tutta in un bastone, in un legno. Si dice che le acque delle oasi del deserto potevano essere come addolcite e purificate grazie a dei bastoni di legno particolari. Qui sta la grandezza e la profezia di Mosè. Tutti forse hanno visto quel bastone per terra, ma tutti erano così presi dalle loro lamentele che non potevano vedere che la soluzione del problema era lì vicino. Solo Mosè ha uno sguardo più lungo, una parola non di lamentela, ma di fiducia, una parola che cerca una soluzione e la trova. Mosè è grande anche perché non cerca la lamentela, ma la fiducia e la soluzione al problema.

Preghiamo

Preghiamo per noi sacerdoti

2 pensieri su “lunedì 6 febbraio

  1. Elena

    È normale lamentarsi quando siamo stanchi e bisognosi e qualcosa di fondamentale ci viene a mancare. Ma…le lamentele non producono soluzioni, la ricerca fiduciosa e attenta sì.
    Signore, rendici cercatori silenziosi e fiduciosi perché sappiamo affrontare le sfide quotidiane della vita.
    Per tutti i sacerdoti e per coloro che attraversano i deserti dell’esistenza, affinché non perdano la speranza e la fiducia.

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  2. srAlida

    Una parola di fiducia è importante sopratutto nell’incontro con il Signore, la fiducia nelle relazioni, conta molto, fidarsi di qualcuno quando si è in difficoltà… Aiutaci Signore a non lamentarci, ma sapere che sei con noi in ogni situazione, per tutti voi sacerdoti preghiamo.

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