lunedì 27 aprile

di | 26 Aprile 2020

Lc 20,20-26  

20Si misero a spiarlo e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore. 21Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni qual è la via di Dio secondo verità. 22È lecito, o no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?». 23Rendendosi conto della loro malizia, disse: 24«Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». 25Ed egli disse: «Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio». 26Così non riuscirono a coglierlo in fallo nelle sue parole di fronte al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.

Commento

Credo che l’intento ultimo di questi che sono mandati a spiare Gesù e a raccogliere informazioni sul suo operato fosse quello di far dire a Gesù che non era importante pagare le tasse a Cesare, per aver un motivo per consegnarlo al governatore romano e quindi far condannare a morte Gesù. Ma Gesù non entra in questa dinamica diciamo di conflitto. Il verbo date che fa parte della risposta di Gesù si può tradurre con ridate, restituite e significa destinare all’imperatore le cose che lo riguardano, il tributo che lui emana per i servizi legati alla gestione amministrativa dell’impero. Gesù non afferma un principio di sovranità assoluta, quanto un ambito che riguarda la sfera amministrativa di un potere mondano. Diciamo che Cesare è il signore delle cose. Ma Cesare non può essere il Signore dell’uomo, anche se di fatto il potere tende a farsi padrone dell’uomo. Nella seconda parte della risposta viene dichiarato chi è il vero Signore dell’uomo: è Dio. Date a Dio quel che è di Dio. Cioè date a Dio la sua creatura che è l’uomo. Sappiamo bene che consegnare la nostra vita a Dio non è un atto di sottomissione a un Dio potente. Sappiamo bene invece come il Signore è Signore della nostra vita perché ama la nostra vita, perché si prende cura di noi. Diamo le cose a tutti i Cesari della terra e diamo l’uomo a chi è Signore dell’uomo, a chi ama l’uomo, cioè a Dio Padre.

Preghiamo

Preghiamo per l’unità della chiesa

3 pensieri su “lunedì 27 aprile

  1. sr Alida

    Dare a Dio ciò che è di Dio ,quindi dare ,affidare l’uomo ,noi stessi a Dio ,appartenere a Colui che ama immensamente ,ciascuno,Questo dare in fondo è un ricevere da Dio tutto ,che trasforma la nostra esile ,fragile ,dubbiosa risposta in speranza e fiducia nel cammino in qualsiasi situazione ,perchè il Suo è un amore che non viene meno ,nonostante noi ….Mi unisco alla preghiera per l’unità della chiesa e per le intenzioni che portiamo in cuore ,

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  2. Elena

    È sempre molto interessante notare nel Vangelo, così come nella nostra vita di tutti i giorni, quello che viene messo in atto per incastrare qualcuno, per farlo scivolare in errore in modo da potergliela fare pagare e toglierlo di mezzo. Nello stesso modo, quanta malizia nelle nostre relazioni umane per “togliere di mezzo” chi è scomodo, chi è retto e onesto e ci impedisce di perseguire interessi poco leciti… Manipolazione di eventi, parole, situazioni, relazioni… Il Vangelo è una storia di vita! Ma Gesù è Gesù, conosce l’uomo nel profondo del cuore e non casca nella rete di chi lo vuole fuori dai giochi…. Smonta ogni frase pezzo per pezzo e rimette nel giusto posto ogni parola, ed ogni intenzione. Lascia che le cose restino cose e che lo spirito resti spirito nella libertà e nella rettitudine volute da Dio Padre. Lo spirito appartiene solo a Lui… Non c’è manipolazione melliflua che tenga nella relazione vera tra Gesù e l’uomo. Ed io, cosa scelgo di fare, a cosa voglio credere, a cosa voglio dare priorità, da che parte voglio stare? Le leggi degli uomini appartengono agli uomini, ma le leggi di Dio, che hanno cura degli uomini e della loro essenza più profonda, ci rendono liberi dentro.

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  3. Elena

    Quante volte, anche noi attiviamo modalità maliziose, manipolatorie e melliflue per incastrare qualcuno, pronti a prendere le distanze,pronti ad aggredire,a tradire, a girare le spalle. Quante meschinità riempiono i pensieri e le relazioni… Ma Gesù, che legge nel cuore, nelle parole e nelle intenzioni, smonta le frasi una per una e rimette a posto ogni parola! A Dio non la si fa! Noi prepariamo trappole fra noi, ma Gesù ristabilisce priorità e riporta all’umano ciò che è umano e a Dio ciò che appartiene allo Spirito e alla sua libertà profonda. Una libertà che eleva l’uomo, non tanto dai suoi impegni con gli altri uomini, ma da una visione solo terrena della vita. Gesù solleva il nostro sguardo sul Divino, su ciò che supera l’uomo e lo alleggerisce restituendogli una pienezza che appartiene solo a Dio Padre. Preghiamo per imparare a cogliere la differenza tra ciò che è solo umano e ciò che contiene l’essenza divina. E perché impariamo a scegliere chi e cosa vogliamo essere ed in che modo vogliamo vivere.

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