distanza

di | 26 Aprile 2020
mattarella ieri solo all’altare della patria

Tra la nostra casa di Rosciano e gli orti ci sono circa 300 – 400 m. ieri mentre andavo dagli orti verso la casa un’ape impertinente mi si è infilata nella barba. Mi sono messo a correre verso la casa. Ma quei 300 m. sono stati una gran fatica, non so se è per l’età o per altro. Una distanza troppo ragguardevole per il mio fisico per tentare una veloce corsa tipo sprint. E quindi sono rimasto con la mia ape nella barba. Oggi questa parola distanza è una delle parole al centro dell’attenzione di tutti. Mi pare che si chiami distanza sociale. La scuola, il lavoro, il bar, il cinema, la chiesa, l’oratorio, le feste, tutto sarà segnato nei prossimi mesi da questa distanza sociale. In qualche modo dovremo abituarci a capire come si affronta questa nuova situazione, saremo chiamati a trovare la giusta distanza. Speriamo di capire come andremo ad affrontare la distanza sociale, e speriamo di abituarci a vivere tale distanza. Ma c’è qualcosa di più di cui vorrei parlare riguardo a questo tema della distanza. La distanza è lo spazio che intercorre tra due luoghi o due persone. In genere cerchiamo di avvicinare la distanza, anzi di annullarla, quando ci sono luoghi e persone che ci interessano ed invece ad allungare fino all’infinito la distanza tra luoghi e persone che non ci interessano o non vogliamo avvicinare. Fa parte del normale gioco della relazione e del desiderio, che vuole avvicinare chi amo e chi mi interessa e che tende ad allontanare chi invece odio o non mi interessa. Dostoevskij scrive: “È nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama.” In questi tempi succede che ci sono separazioni che non riusciamo a capire. Un malato, un’anziano, un amico, il papà, la mamma, il figlio ci viene portato via perché va in ospedale e da lì, se non guarisce, non riusciamo nemmeno a dare un saluto. È una distanza, una separazione troppo violenta. Ogni separazione è un allontanamento a volte troppo violento.  E meno male che ci sono i medici e gli infermieri che colmano quella distanza con la loro presenza. Per il giovane c’è la distanza dagli amici, per il fidanzato la distanza dalla fidanzata, per il prete dalla sua comunità. In questa distanza – separazione sentiamo tutta la nostalgia dell’altro e percepiamo come la vicinanza dice la forza con cui si ama l’altro. Forse questa potrà essere la lezione per il futuro, non solo una distanza sociale, ma in quella distanza sociale dovremo imparare l’arte di essere vicino in altro modo e forse più profondo. Bernardo da Chiaravalle lo racconta così questo modo profondo di essere vicini  nella distanza: il mio cuore è vicino a te, anche se il mio corpo è lontano. Se non puoi vederlo non devi far altro che scendere nel tuo cuore e lì troverai il mio.”(San Bernardo di Chiaravalle). Ieri Mattarella all’altare della patria in solitudine ci ha portato tutti nel cuore. Ecco la vera distanza sociale.

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