lunedì 2 dicembre

di | 1 Dicembre 2019

Lc 4,22-30         

22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Commento

Siamo sempre nella sinagoga di Nazareth. Di fronte alle parole di Gesù la prima reazione della gente è la meraviglia. Poi succede qualcosa. Quelli che hanno appena approvato e “applaudito” Gesù dicono: “Costui è il figlio di Giuseppe. È un uomo, nient’altro che un semplice uomo ordinario, nulla di più!”. Il suo messaggio è buono, ma niente di più. L’entusiasmo e la meraviglia non conducono alla fiducia in Gesù, la gente vuol segni e miracoli. A questo punto Gesù non evita il conflitto, si mette in gioco fino in fondo. Di fronte a questo repentino cambiamento di umore dell’uditorio nei suoi confronti, Gesù pronuncia alcune parole cariche di mitezza e, insieme, di rincrescimento. Con un solenne “amen” emette una sentenza breve ma efficace, acuta come una freccia: “Nessun profeta è bene accetto nella sua patria, nella sua terra”. Gesù sapeva bene che quella del rifiuto era la sorte di ogni profeta. Ma questa è la vera testimonianza cristiana: non cercare il rifiuto e il martirio, ma cercare la verità del vangelo che ha volte porta con sé il rifiuto. Sì, Gesù è profeta a caro prezzo, e solo chi conosce il rifiuto per le sue parole – che possono essere cariche di grazie ma non vengono accolte per il mancato riconoscimento della sua autorevolezza, conosce anche la mite e serena certezza di svolgere un servizio non in nome proprio, ma in nome del Signore; non per interesse personale, ma in obbedienza a una vocazione e a una missione vissute e sentite come più forti della propria disposizione interiore e dei propri desideri umani.

Preghiamo

Preghiamo per Francesco

3 pensieri su “lunedì 2 dicembre

  1. sr Alida

    Svolgere un servizio non a nome proprio ,ma per una vocazione ricevuta; se ho ricevuto un dono ,trasmetterlo è la conseguenza….Gesù sa cosa comporta questo e trasmette comunque la verità della Sua parola non riconosciuta….Conducimi Signore con coerenza nel mio cammino dissolvi la paura di soffrire ,fa che ti segua con gioia…Prego per Francesco Alessandro e Carlo.

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  2. Sr Rita

    Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
    Gesù ha affrontato il conflitto generando una reazione violenta. Avrebbe potuto nascondersi, tornare a casa, nella casa di Pietro dove dimorava proprio vicino alla Sinagoga. Invece Gesù passa in mezzo a loro e si mette in cammino. Va, continua il suo viaggio, anche se non è accolto come profeta non smette di essere profeta. Questa sua decisione ci incoraggia a non mollare. Preghiamo per chi è in conflitto a motivo della sua vocazione.

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  3. Elena

    Attraversare il conflitto è assumersi la responsabilità diretta della propria posizione, è essere testimoni di ciò in cui si crede. Essere profeti produce conflitto, tensione, rischio. Gesù non scappa da tutto questo, ci insegna ad essere testimoni di verità, senza onori, senza gloria, umili servitori del bene che si riconosce anche fra estranei e nelle più articolate diversità. Non si è testimoni del bene per se stessi, lo si fa per qualcosa di più grande, capace di abbracciare tutti. Fino alla fine. Rendici testimoni umili al tuo servizio, Signore, forse anche profeti della Tua grandezza e del Tuo amore immenso! E che il conflitto che porta verità non ci faccia paura. Ricordo al Signore zio Fausto, Giovanna e Anna e le intenzioni di ciascuno.

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