Già il titolo non mi piace. Chi sono gli ignoranti e chi è colui che insegna? È un’opera strana, io non la capisco molto, però provo a ricavarci qualcosa di buono. E quindi faccio quasi un paragone. Noi oggi, grazie a internet, Google, e tutti gli apparati dei social possiamo sapere tutto. Ma questo è un vero sapere? E poi quante verità ci sono in questo mondo infinito che sono le comunicazioni e i social? E un’altra domanda ancora: questo flusso infinito di notizie sono conoscenze, informazioni, senso dell’esistenza oppure che cosa sono? Eppure noi oggi basiamo la maggior parte del nostro sapere attingendo da questo mondo. Sono anche io un utilizzatore di questi strumenti. Mi ricordo a cena con don Roberto quando c’era da scoprire una informazione, mi diceva di prendere quel tal libro in quel tal scaffale. Lui diceva che il vero problema non era non sapere (essere ignoranti inteso come non sapere), ma di saper prendere il libro giusto che dava la risposta giusta. Un giorno anche lui di fronte ad una informazione che non sapeva, si arrese ad internet, allo smartphone e alla buona wikipedia. Credo che questa di opera di misericordia non ci chiede di non utilizzare tali strumenti, ma ci chiede uno sforzo di conoscenza che non si limita a qualche informazione, ma ad una ricerca della verità. mi ha colpito la vicenda dell’ambasciatore italiano in Congo che è stato ucciso insieme ad un carabiniere. Ho provato a cercare notizie, o provato a capire meglio il problema, magari facendomi aiutare anche da internet e ho scoperto un mondo terribile e doloroso che è il Congo che da anni si trascina in una guerra infinita a causa delle materie prime di cui è ricchissimo. Non lo sapevo. Da ignorante mi sono informato. Forse può voler dire questo tale opera di misericordia. Quindi la conoscenza vera non è solo un insieme di informazioni accumulate una sull’altra, ma dalla capacità di passare da un sapere le cose ad un vivere in modo diverso, ad un guardare il mondo e le persone con altri occhi, a partire da quel sapere. Dunque un sapere che dia alla vita un sapore differente. Ecco perché ciascuno di noi sarà sempre un po’ ignorante: proprio perché le tante cose che impariamo, sappiamo, immagazziniamo non diventano subito e automaticamente sapienza di vita. Se non attraverso l’aiuto di qualcuno che ci insegni. E l’ultimo passo dopo l’essere informati, dopo il conoscere e dopo dare un sapore, una sapienza a tutto il nostro sapere è quello di saper scegliere e amare la verità della vita e del mondo e appassionarci ad essa, alla verità