mercoledì 24 febbraio

di | 23 Febbraio 2021

RISPOSTA DI GIOBBE A SOFAR

1 Giobbe prese a dire:

2«Ascoltate bene la mia parola
e sia questo almeno il conforto che mi date.
3Tollerate che io parli
e, dopo che avrò parlato, deridetemi pure.
4Mi lamento forse di un uomo?
E perché non dovrei perdere la pazienza?
5Statemi attenti e resterete stupiti,
mettetevi la mano sulla bocca.
6Se io ci penso, rimango turbato
e la mia carne è presa da un brivido.
7Perché i malvagi continuano a vivere,
e invecchiando diventano più forti e più ricchi?
8La loro prole prospera insieme con loro,
i loro rampolli crescono sotto i loro occhi.
9Le loro case sono tranquille e senza timori;
il bastone di Dio non pesa su di loro.
10Il loro toro monta senza mai fallire,
la mucca partorisce senza abortire.
11Mandano fuori, come un gregge, i loro ragazzi
e i loro figli danzano in festa.
12Cantano al ritmo di tamburelli e di cetre,
si divertono al suono dei flauti.
13Finiscono nel benessere i loro giorni
e scendono tranquilli nel regno dei morti.
14Eppure dicevano a Dio: «Allontànati da noi,
non vogliamo conoscere le tue vie.
15Chi è l’Onnipotente, perché dobbiamo servirlo?
E che giova pregarlo?».
16Essi hanno in mano il loro benessere
e il consiglio degli empi è lontano da lui.
17Quante volte si spegne la lucerna degli empi,
e la sventura piomba su di loro,
e infligge loro castighi con ira?
18Sono essi come paglia sollevata al vento
o come pula in preda all’uragano?
19«Dio – si dirà – riserva il castigo per i figli dell’empio».
No, lo subisca e lo senta lui il castigo!
20Veda con i suoi occhi la sua rovina
e beva dell’ira dell’Onnipotente!
21Che cosa gli importa infatti della sua casa quando è morto,
quando il numero dei suoi mesi è finito?

Commento

E come è da copione in questo dramma, dopo le parole degli amici, ecco ancora una volta la risposta di Giobbe.  Lo possiamo quasi definire l’ultimo tentativo di difesa di Giobbe.  Egli fa come una costatazione: i malvagi sfidano il Signore e dichiarano che in fin dei conti si può vivere anche senza servire Dio, anche senza amare Dio. Si può vivere ugualmente anche senza Dio, anzi si può diventare ricchi anche senza credere in Dio, senza il famoso principio della retribuzione. Purtroppo, però, anche tra i credenti predomina il concetto utilitaristico della fede. Si crede per quello che ci si aspetta di ricevere. L’avvicinamento a Dio è determinato dai grandi benefici della salvezza più che dall’attrazione spirituale che esercita su noi il Salvatore. La conversione e la vita cristiana frequentemente assomigliano ad una transazione commerciale. Giobbe capisce che la fede è ben altra cosa e quindi non soltanto contesta il principio di retribuzione, ma non vuole nemmeno sentir parlare di un rapporto con Dio fondato su un dato di utilità: se mi comporto bene tu Dio che cosa mi dai in cambio? Lentamente rispetto agli amici che pensano di conoscere la verità, emerge versetto dopo versetto, la grande fede di Giobbe che impara a riconoscere un rapporto con Dio che non è fondato su un dato utilitaristico, ma sulla fede pura.

Preghiamo

Preghiamo per gli insegnanti

2 pensieri su “mercoledì 24 febbraio

  1. Elena

    Grazie per la preghiera per noi insegnanti, ne abbiamo bisogno, oggi più che mai in questa confusione che ci circonda, in questo rincorrere ogni cosa non sia il bene dei ragazzi affidatici. Che non perdiamo mai la passione e l’amore per le cose vere che i nostri allievi sollecitano e chiedono ogni giorno.

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