giovedì 25 febbraio

di | 24 Febbraio 2021

Giobbe 21,22-34

22S’insegna forse la scienza a Dio,
a lui che giudica gli esseri celesti?
23Uno muore in piena salute,
tutto tranquillo e prospero;
24i suoi fianchi sono coperti di grasso
e il midollo delle sue ossa è ben nutrito.
25Un altro muore con l’amarezza in cuore,
senza aver mai assaporato la gioia.
26Eppure entrambi giacciono insieme nella polvere
e i vermi li ricoprono.
27Ecco, io conosco bene i vostri pensieri
e i progetti che tramate contro di me!
28Infatti voi dite: «Dov’è la casa del nobile,
dove sono le tende degli empi?».
29Perché non avete chiesto a chi ha viaggiato
e non avete considerato attentamente le loro prove?
30Cioè che nel giorno della sciagura è risparmiato il malvagio
e nel giorno dell’ira egli trova scampo?
31Chi gli rimprovera in faccia la sua condotta
e di quel che ha fatto chi lo ripaga?
32Egli sarà portato al sepolcro,
sul suo tumulo si veglia
33e gli sono lievi le zolle della valle.
Camminano dietro a lui tutti gli uomini
e innanzi a sé ha una folla senza numero.
34E voi vorreste consolarmi con argomenti vani!
Nelle vostre risposte non c’è altro che inganno».

Commento

In questa seconda parte del capitolo vengono come abbandonate tutte le dichiarazioni e le affermazioni che noi abbiamo detto tradizionali. Giobbe inizia ad andare a ruota libera. Espone in maniera molto personale la questione a Dio, direttamente senza passare dagli amici. Egli vuole costruire una relazione personale con Dio.  Ma a questo punto il divario tra noi che leggiamo, gli amici e Giobbe diventa come un baratro. Dobbiamo quindi fare uno sforzo per entrare nel mondo di Giobbe. Forse una delle cose che siamo chiamati a fare leggendo queste pagine di Giobbe è anche quello di capire che cosa pensiamo noi del dolore umano. Giobbe interpella tutti noi e ci chiede di dire la nostra circa il grande tema della sofferenza. Oggi comunque Giobbe ci sta dicendo che nel momento del morire tutti sono uguali, empi e giusti. Tutti muoiono e tutti si troveranno davanti al Signore. Perché questo passaggio? Perché Giobbe vuole scuotere Dio: se tutti muoiono e se tutti si troveranno davanti a Te, solo Tu, Dio, puoi fare le cose giuste. E quindi cerca di fare bene e di fare presto. Sappiamo che questa è come la grande sfida lanciata da Giobbe  a Dio. Giobbe non pensa di saperne di più di Dio, non ha in mano la verità, ma sa che può cercare di entrare in profondo dialogo con Dio e questo lui fa.

Preghiamo

Preghiamo per chi soffre

2 pensieri su “giovedì 25 febbraio

  1. Elena

    Sono forte le parole di Giobbe, ma lascia a Dio ciò che è di Dio senza mediazioni umane, senza letture o interpretazioni interferenti. In fondo, ognuno si rapporta con il suo Dio nell’ora del dolore e nell’ora della morte. Forse anche il dolore e la sofferenza rendono più saggi,diventano il setaccio dei nostri pensieri, della nostra fede, delle nostre priorità.
    Forse è giusto accompagnare chi soffre con una preghiera e con un’agire affettuoso, silenzioso e rispettoso del suo stato.

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  2. sr Alida

    Aumenta la nostra fede, Signore perché in qualsiasi situazione, invochiamo Te e ci affidiamo al tuo amore. Questo chiediamo per chi soffre.

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