incompiutezza e spiritualità

di | 26 Maggio 2022

Quando penso di avere tutto sotto controllo è il momento in cui tutto fugge via, tutto sfugge di mano. Il famoso: adesso è la volta buona forse è meglio lasciarlo da parte. Non è mai la volta buona, meglio lasciare sempre un margine all’incertezza, mi permette anche solo di elaborare il disordine che mi si crea dentro dopo l’ennesimo errore. E se non riesco a comprendere che non c’è mai la volta buona, quella definitiva, allora vuol dire che nel mio cuore c’è qualcosa che non funziona. Ogni crisi, ogni fallimento si cura partendo se stessi, non dagli altri, partendo dal proprio cuore, non dal sistema attorno a me. Imparare qualcosa della vita interiore vuol dire imparare a guardare all’incompiutezza con serenità e franchezza. Ma se non guardo il mio cuore non so mai come fare a gestire il fallimento. Guardo il mio cuore, ma il fallimento non sparisce, guardo il mio cuore ma non cambia la sostanza della vita. non è un discorso contraddittorio quello che sto facendo? Non credo, perché un conto è dire guardo il mio cuore, curo la mia vita spirituale e allora tutto il fallimento svanisce, e un conto è dire guardo il mio cuore, curo la mia spiritualità e so come muovermi dentro un fallimento. Io è di questo che sto parlando. La mia fortezza spirituale diventa la mia strada da percorrere nel momento della prova. Chi nella vita ha imparato qualche parola di vita spirituale autentica è diventato maestro nel guardare il fallimento, l’incompiutezza, la fragilità. Sto dicendo che in questi giorni così complessi che non so come gestire mi rendo conto di non avere ancora una vita spirituale così forte e matura per affrontare l’uragano che mi arriva addosso. C’era un mare in tempesta una notte e sul mare in tempesta ci stavano 12 poveri uomini impauriti su una barca. Gesù dormiva. Lo svegliarono e gli gridarono addosso: Maestro non ti importa che siamo perduti? E Gesù si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».

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