giovedì 3 settembre

di | 2 Settembre 2020

At 21,27-22,2                                                              27 Stavano ormai per finire i sette giorni, quando i Giudei della provincia d’Asia, come lo videro nel tempio, aizzarono tutta la folla e misero le mani su di lui 28 gridando: «Uomini d’Israele, aiuto! Questo è l’uomo che va insegnando a tutti e dovunque contro il popolo, contro la Legge e contro questo luogo; ora ha perfino introdotto dei Greci nel tempio e ha profanato questo luogo santo!». 29 Avevano infatti veduto poco prima Tròfimo di Èfeso in sua compagnia per la città, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel tempio. 30 Allora tutta la città fu in subbuglio e il popolo accorse. Afferrarono Paolo, lo trascinarono fuori dal tempio e subito furono chiuse le porte. 31 Stavano già cercando di ucciderlo, quando fu riferito al comandante della coorte che tutta Gerusalemme era in agitazione. 32 Immediatamente egli prese con sé dei soldati e dei centurioni e si precipitò verso di loro. Costoro, alla vista del comandante e dei soldati, cessarono di percuotere Paolo. 33 Allora il comandante si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse legato con due catene; intanto si informava chi fosse e che cosa avesse fatto. 34 Tra la folla però chi gridava una cosa, chi un’altra. Non riuscendo ad accertare la realtà dei fatti a causa della confusione, ordinò di condurlo nella fortezza. 35 Quando fu alla gradinata, dovette essere portato a spalla dai soldati a causa della violenza della folla. 36 La moltitudine del popolo infatti veniva dietro, urlando: «A morte!». 37 Sul punto di essere condotto nella fortezza, Paolo disse al comandante: «Posso dirti una parola?». Quello disse: «Conosci il greco? 38 Allora non sei tu quell’Egiziano che in questi ultimi tempi ha sobillato e condotto nel deserto i quattromila ribelli?». 39 Rispose Paolo: «Io sono un giudeo di Tarso in Cilìcia, cittadino di una città non senza importanza. Ti prego, permettimi di parlare al popolo». 40 Egli acconsentì e Paolo, in piedi sui gradini, fece cenno con la mano al popolo; si fece un grande silenzio ed egli si rivolse loro ad alta voce in lingua ebraica, dicendo: 1 «Fratelli e padri, ascoltate ora la mia difesa davanti a voi». 2 Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero ancora più silenzio.

Commento

Abbiamo più volte già considerato come gli Atti degli Apostoli insegnino che ogni esistenza cristiana è chiamata a vivere il mistero del Signore Gesù.  Questo si accentua quando la vita si avvicina alla morte: ancor più il cristiano è allora chiamato a dare testimonianza del sacrificio d’amore del Figlio di Dio. Per questo la vicenda di Paolo a Gerusalemme ci offre molti motivi di accostamento alla Passione di Gesù. Forse l’intenzione dell’Evangelista è qui di mostrare la testimonianza di Paolo agli Ebrei. Tale testimonianza deve quindi compiersi nella “debolezza”. La violenza dell’aggressione della folla e la non verità dell’accusa d’aver introdotto un pagano nel Tempio confermano che quello che ha percorso il Signore – e dopo di Lui abbiamo visto la vicenda di Stefano – è ora l’obbedienza di Paolo. Per questo è evidentemente degno di nota l’intervento della coorte romana e il tentativo di percorrere vie meno di giustizia popolare sommaria, e più regolate dalla legislazione imperiale.  Il punto forte del nostro brano è il desiderio di Paolo di parlare alla folla dei giudei. Anche il potere imperiale sembra voler dar spazio a questa possibilità, e questo è favorito dal fatto che Paolo non è confondibile con la violenza di sollevazioni politiche, ed è accompagnato dalla dignità di un’appartenenza che merita rispetto e che si rivelerà pienamente come cittadinanza romana. Paolo non è liquidabile come un nemico esterno, ma deve essere ascoltato come una parola che nasce all’interno della storia e della fede del popolo di Dio.

Preghiamo

Preghiamo per tutte le famiglie

2 pensieri su “giovedì 3 settembre

  1. Elena

    Paolo ripercorre le orme di Gesù. E ciascuno di noi riesce nella propria vita, anche solo a vedere il passaggio di questo Gesù in cui diciamo di credere? A volte, essere testimoni è proprio difficile, ed essere pronti a tutto per amore lo è ancora di più…
    Preghiamo per le famiglie e per Luca, che lotta in ospedale, con un cancro aggressivo. Preghiamo per la sua famiglia e per i suoi bambini piccolissimi.

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