Giovedì 26 settembre ’19 – Salmo 78 seconda parte
38 Ma lui, misericordioso, perdonava
la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore;
39 ricordava che essi sono di carne,
un soffio che va e non ritorna.
40 Quante volte si ribellarono a lui
nel deserto,
lo rattristarono in quei luoghi solitari!
41 Ritornarono a tentare Dio,
a esasperare il Santo d’Israele.
42 Non si ricordarono più della sua
mano,
del giorno in cui li aveva riscattati dall’oppressione,
43 quando operò in Egitto i suoi
segni,
i suoi prodigi nella regione di Tanis.
44 Egli mutò in sangue i loro fiumi
e i loro ruscelli, perché non bevessero.
45 Mandò contro di loro tafani a
divorarli
e rane a distruggerli.
46 Diede ai bruchi il loro raccolto,
alle locuste la loro fatica.
47 Devastò le loro vigne con la
grandine,
i loro sicomòri con la brina.
48 Consegnò alla peste il loro
bestiame,
ai fulmini le loro greggi.
49 Scatenò contro di loro l’ardore
della sua ira,
la collera, lo sdegno, la tribolazione,
e inviò messaggeri di sventure.
50 Spianò la strada alla sua ira:
non li risparmiò dalla morte
e diede in preda alla peste la loro vita.
51 Colpì ogni primogenito in Egitto,
nelle tende di Cam la primizia del loro vigore.
52 Fece partire come pecore il suo
popolo
e li condusse come greggi nel deserto.
53 Li guidò con sicurezza e non
ebbero paura,
ma i loro nemici li sommerse il mare.
54 Li fece entrare nei confini del
suo santuario,
questo monte che la sua destra si è acquistato.
55 Scacciò davanti a loro le genti
e sulla loro eredità gettò la sorte,
facendo abitare nelle loro tende
le tribù d’Israele.
56 Ma essi lo tentarono,
si ribellarono a Dio, l’Altissimo,
e non osservarono i suoi insegnamenti.
57 Deviarono e tradirono come i loro
padri,
fallirono come un arco allentato.
58 Lo provocarono con le loro alture
sacre
e con i loro idoli lo resero geloso.
59 Dio udì e s’infiammò,
e respinse duramente Israele.
60 Abbandonò la dimora di Silo,
la tenda che abitava tra gli uomini;
61 ridusse in schiavitù la sua forza,
il suo splendore in potere del nemico.
62 Diede il suo popolo in preda alla
spada
e s’infiammò contro la sua eredità.
63 Il fuoco divorò i suoi giovani
migliori,
le sue fanciulle non ebbero canti nuziali.
64 I suoi sacerdoti caddero di spada
e le loro vedove non fecero il lamento.
65 Ma poi il Signore si destò come da
un sonno,
come un eroe assopito dal vino.
66 Colpì alle spalle i suoi
avversari,
inflisse loro una vergogna eterna.
67 Rifiutò la tenda di Giuseppe,
non scelse la tribù di Èfraim,
68 ma scelse la tribù di Giuda,
il monte Sion che egli ama.
69 Costruì il suo tempio alto come il
cielo,
e come la terra, fondata per sempre.
70 Egli scelse Davide suo servo
e lo prese dagli ovili delle pecore.
71 Lo allontanò dalle pecore madri
per farne il pastore di Giacobbe, suo popolo,
d’Israele, sua eredità.
72 Fu per loro un pastore dal cuore
integro
e li guidò con mano intelligente.
Commento
La seconda parte del salmo cambia un poco registro. Nel salmo vi è una professione di fede e tale credo fonde insieme in maniera molto libera tre eventi della storia santa d’Israele: la liberazione dalla schiavitù nei campi egiziani narrata nel libro dell’esodo, il dono della terra di Canaan e il soggiorno nel deserto del Sinai. Dicevo che il salmo cambia un poco registro, perché, se è vero che vi è una storia segnata dalle ribellioni e dall’incredulità di Israele che ignora le premure di Dio sino a provocarlo, vi è anche una storia illuminata dalla potenza del Signore che, come dice il versetto 65, è paragonato ad un eroe ubriaco pronto a scatenare la sua forza contro i suoi nemici, ma contemporaneamente di esercitare la sua misericordia verso il popolo. E l’approdo di questa storia è Davide, simbolo di un altro re e pastore, il dono divino ansiosamente atteso, il Messia.
Preghiamo
Preghiamo per Giusy.
Ricordare la storia in cui si è sperimentato la vicinanza e la fora liberatrice del Signore è pregare. Confermati nella fede in Colui che già ha operato, si può camminare verso il futuro con una responsabilità nel presente che ne è la premessa. Prego per i seminaristi della mia diocesi e per il loro rettore.
È un salmo molto bello, che alterna la nostra piccolezza alla misericordia di Dio, che ricorda storie di tradimenti, di abbandoni, di arrabbiature e di risoluzioni, di abbattimenti e ricostruzioni, di fatiche e di glorie e pazienza…. Unica costante, è la continua cura di Dio per questi uomini “che sono di carne, soffio che va e non ritorna.”
Una cura che provvede a raccoglier ciò che di buono resta delle nostre umanità sempre un po’ instabili e ne fa punto di forza e di riscatto.
Dio della pietà, del perdono, dell’alleanza, della misericordia. Dio che entra nella mia vita, anche quando non ce lo voglio, e mi ricorda che c’è, mi siede accanto, e aspetta che il mio cuore si apra e lo accolga…
Prego per i seminaristi e il rettore della diocesi di sr Rita, per Giusy, per quanti non riconoscono il Signore del perdono seduto al loro fianco e sempre pronto ad un abbraccio.
Rileggendo la nostra storia con gli occhi della fede scopriamo i tanti segni della sua misericordia, della sua presenza forte come di un pastore integro che ci guida con mano intelligente!
Preghiamo per Giusy, per i seminaristi e il rettore della diocesi di suor Rita.
Dovremmo ricordare sempre nonostante noi, questo riprenderci sempre tra le Sue mani con la Sua misericordia …..è un grande dono da creare tanta gratitudine in cuore …Mi unisco alla preghiera per Giusy per i seminaristi e il loro rettore della diocesi di sr Rita .