giovedì 17 gennaio

di | 17 Gennaio 2019

giobbeGiobbe 24,1-15

[1]Perché l’Onnipotente non si riserva i suoi tempi
e i suoi fedeli non vedono i suoi giorni?
[2]I malvagi spostano i confini,
rubano le greggi e le menano al pascolo;
[3]portano via l’asino degli orfani,
prendono in pegno il bue della vedova.
[4]Spingono i poveri fuori strada,
tutti i miseri del paese vanno a nascondersi.
[5]Eccoli, come ònagri nel deserto
escono per il lavoro;
di buon mattino vanno in cerca di vitto;
la steppa offre loro cibo per i figli.
[6]Mietono nel campo non loro;
racimolano la vigna del malvagio.
[7]Nudi passan la notte, senza panni,
non hanno da coprirsi contro il freddo.
[8]Dagli scrosci dei monti sono bagnati,
per mancanza di rifugi si aggrappano alle rocce.
[9]Rapiscono con violenza l’orfano
e prendono in pegno ciò che copre il povero.
[10]Ignudi se ne vanno, senza vesti
e affamati portano i covoni.
[11]Tra i filari frangono le olive,
pigiano l’uva e soffrono la sete.
[12]Dalla città si alza il gemito dei moribondi
e l’anima dei feriti grida aiuto:
Dio non presta attenzione alle loro preghiere.
[13]Altri odiano la luce,
non ne vogliono riconoscere le vie
né vogliono batterne i sentieri.
[14]Quando non c’è luce, si alza l’omicida
per uccidere il misero e il povero;
nella notte si aggira il ladro
e si mette un velo sul volto.
[15]L’occhio dell’adultero spia il buio
e pensa: «Nessun occhio mi osserva!».

Commento

In questo cap. Giobbe fa un altro esempio, parla dei malvagi che spostano i confini. All’epoca quando volevi imbrogliare il prossimo, andavi di notte nei suoi terreni, prendevi le pietre di confine, le spostavi di trenta metri e poi bastava pagare due testimoni e si prendeva un pezzo di campo non suo. Dalla città, si alza il gemito dei moribondi, l’anima dei feriti grida aiuto, ma Dio non ascolta queste suppliche. Giobbe quindi dà una prima risposta alle domande degli amici, l’esperienza dei fatti dimostra che questo vostro Dio non c’è e se c’è non è vero che faccia ciò che voi dite. Se il libro di Giobbe si arrestasse a queste affermazioni, la conclusione sarebbe che il Dio della Bibbia è meglio lasciarlo perdere perché non è un Dio affidabile. La cosa straordinaria del libro è che Giobbe per quasi tutto il suo percorso non parla di Dio, gli amici parlano di Dio, Giobbe parla a Dio, usa il tu, questa è la cosa incredibile. Gli amici che sono dei bravissimi teologi, conoscono il catechismo, sanno rispondere alle questioni dogmatiche ma non parlano mai a Dio, parlano di Dio. Giobbe parla a Dio ed il miracolo del libro è che Giobbe continua nonostante tutto a credere in Dio. giobbe è convinto che Dio non è quello presentato dagli amici. Dio è ben altro.

Preghiamo

Preghiamo per don Antonio

4 pensieri su “giovedì 17 gennaio

  1. sr Rita

    Oggi a Roma inizia il capitolo provinciale delle Poverelle in preparazione al capitolo generale che sarà in Giugno a Bergamo. Preghiamo affinché le sorelle capitolari si lascino accompagnare da Dio nel pensare e proporre cose buone e belle per il cammino della Congregazione a servizio dei poveri.

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  2. . Elena

    Parlare di … e parlare a… sono due cose ben diverse. È molto più complesso parlare a… anche nelle nostre relazioni. Ci assumiamo una responsabilità diretta e stiamo dentro a questa relazione. Delle parole dette di…. ne è pieno il mondo! E molto spesso ne percepisco il danno, la superficialità, la banalità, i luoghi comuni, la falsità….So ancora parlare a qualcuno, nella sua umanità e so ancora parlare veramente con Dio? Prego con voi secondo le intenzioni di ciascuno e ricordo Don Antonio e Antonio.

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  3. srAlida

    Che bello questo Giobbe che parla a Dio ,prima che parlare di Dio ,o meglio ,nell’essergli testimoni e figli , sia così anche per noi :ascoltare Dio e rispondere con il nostro essere pur fragile e umano .Mentre mi unisco alla preghiera per don Antonio e per il nostro capitolo provinciale .

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  4. Luca

    Quando si è nella sofferenza tutte le teorie su Dio valgono nulla.
    Mi è capitato in questi ultimi tempi di entrare in chiesa e arrabbiarmi con Dio, chiamarlo in giudizio un po’ come Giobbe.
    E devo dire che, nonostante il suo silenzio, l’ho sentito vicino.

    Una preghiera per Gabriele e Francesco che oggi scopriranno che la loro famiglia si disfa…

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