Ger 23,1-8
1 “Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo”. Oracolo del Signore. 2 Perciò dice il Signore, Dio di Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: “Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io mi occuperò di voi e della malvagità delle vostre azioni. Oracolo del Signore. 3 Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate scacciare e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. 4 Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; di esse non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore. 5 “Ecco, verranno giorni – dice il Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. 6 Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele starà sicuro nella sua dimora; questo sarà il nome con cui lo chiameranno: Signore-nostra-giustizia. 7 Pertanto, ecco, verranno giorni – dice il Signore – nei quali non si dirà più: Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d’Egitto, 8 ma piuttosto: Per la vita del Signore che ha fatto uscire e che ha ricondotto la discendenza della casa di Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi; costoro dimoreranno nella propria terra”.
Commento
Oggi nel brano vengono chiamati in causa i pastori, le guide del popolo. Sono coloro che hanno provocato con il loro comportamento la fine di Israele. Invece di custodire il popolo lo hanno come disperso, pensando solo a salvare se stessi. Forse questo limite e questo peccato dei pastori è inevitabile. Forse è addirittura “necessario” per provocare l’opera di Dio, che si manifesta come alternativa alla dispersione provocata dai pastori. Come si dovesse affermare che l’infedeltà dei pastori è il “punto di partenza” dell’azione salvifica del Signore, e non un “incidente di percorso” cui Dio stesso pone riparo. Questo sembra confermato dalle parole dove Dio dice di sé: “Le ho lasciate scacciare”. Questo induce a considerare tutto non solo nella prospettiva di questi pastori infedeli e dell’azione sanante del Signore, ma anche in quella del gregge, che deve essere un gregge radunato e fatto tornare, cioè salvato.Tutto questo prepara la prospettiva messianica, e cioè l’attesa di un tempo e di una Persona, di un “germoglio giusto”, il Messia, assolutamente diverso, anzi portatore della stessa alternativa radicale manifestata da Dio stesso. Egli “regnerà da vero re”, e quindi restituirà la vera fisionomia del regno e del regnare, opposta al potere esercitato con violenza e arbitrio dai pastori mondani. Egli si identificherà con la sua stessa giustizia, e il popolo stesso si qualificherà attraverso questa giustizia piena manifestata da Dio stesso nel suo Eletto.
Preghiamo
Preghiamo per tutti i malati
Quanto respiro ,quanto positivo quanta speranza per il futuro per mezzo dell’azione sanante Dio che ci riaccompagna sempre. Prego per tutti gli ammalati
….mi occuperò di voi e della malvagità delle vostre azioni.
Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; di esse non ne mancherà neppure una. Qualche volta mi vien da dire: Signore fa presto a prenderti cura tu stesso delle tue pecore …suscita questi pastori promessi…
Preghiamo per i pastori e per le pecore…..
Di esse non ne mancherà neppure una: che bello Signore tu non ti dimentichi di nessuno!
Per chiamo per gli ammalati e per chi si sente perso e sgomento.
Penso a tutti i nostri pastori, a noi pecore…. e prego per loro e per noi. Accolgo la lettura di Geremia con la gioia dell’annuncio di un” Signore-nostra-giustizia”. E sono grata, perché noi l’abbiamo conosciuto e anche se più e più volte rifiutato, c’è, è il Vivente, ed è consolazione e speranza di molti. È salvezza e redenzione, è il ritorno di Dio possibile e desiderato. Resta con noi, Signore….
Una preghiera accompagna gli ammalati, gli sfiduciati e coloro che soffrono per tante ragioni.