giovedì 1 ottobre

di | 30 Settembre 2015

home2 Osea 11,1-7     

1 Quando Israele era giovinetto, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. 2 Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi. 3 Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. 4 Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. 5 Ritornerà al paese d’Egitto, Assur sarà il suo re, perché non hanno voluto convertirsi. 6 La spada farà strage nelle loro città, sterminerà i loro figli, demolirà le loro fortezze. 7 Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto nessuno sa sollevare lo sguardo.

Commento

Rimaniamo su queste parole di una bellezza particolare, rimaniamo e meditiamo il senso di queste parole. Guardiamo che cosa fa Dio fin da quando Israele era giovinetto. Vediamole una per una queste azioni di Dio:  io l’ho amato, l’ho chiamato mio figlio, lo chiamavo, ho insegnato a camminare tendendo la mano, lo traevo con legami di bontà, sollevavo un bimbo, mi chinavo su di lui. Sono tutti gesti di amorevolezza, di bontà. Il profeta vuole qui affermare che l’amore di Dio è superiore a tutto. Attenzione non sta dicendo che l’amore di sicuro vince, sta dicendo che l’amore di Dio per il suo popolo è instancabile, è unico. Dio non garantisce la vittoria sul male, garantisce invece che non verrà meno nel suo amore per l’uomo. Dio può sembrare “sconfitto” nel suo tentativo di chiamarci e di istruirci e di portarci dal male al bene, dalla morte alla vita, e tuttavia, come vedremo soprattutto nel brano successivo di questo cap.11,  è  potente di una potenza che noi chiamiamo  amore misericordioso, quello che noi pienamente conosciamo in quell’apice della storia che è la Pasqua di Gesù Cristo. Di contro la risposta dell’uomo è la durezza del cuore alla conversione, al fatto che non sa guardare in alto, che non sa sollevare il suo sguardo.

Preghiamo

Oggi con il primo giorno di ottobre inizia il mese dedicato alle missioni e al Rosario. Preghiamo per tutti i missionari.

Dal vangelo secondo Luca

in quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

4 pensieri su “giovedì 1 ottobre

  1. Elena

    “Chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo”…
    Parole piene di amore, un Dio che è amorevole e premuroso come un padre con il figlioletto bisognoso di tutto. E la durezza del cuore umano, la difficoltà nell’aderire a questa tenerezza, dell’affidarsi completamente al Padre. E il nostro continuare a guardare alla nostra altezza, senza elevare e sollevare lo sguardo verso una verticalità che è spiritualità e apertura all’infinito….
    Signore come sono piccola…..
    Quando poi guardo anche più in basso della mia inconsistente altezza, davvero sono incapace di vedere in Te la mia giuda, la mia leggerezza dalle cose terrene e vuote, il mio Spirito… Resto a terra, in tutti i sensi.
    Allora sollevami di peso, Signore, quando le mie braccia restano aderenti al corpo, incapaci di elevarsi a Te con trasporto e con gioia, sollevami di peso quando sto per inciampare nei miei stessi passi, dammi leggerezza e cattura la mia attenzione con la Tua luce, perché sono troppo piccola per guardare in alto e vedere…..
    Una preghiera per tutti coloro che operano il bene nelle missioni ed una preghiera a Maria perché, come Madre, ci tenga per mano.
    Ricordo quando bambina, a scuola, nei mesi di ottobre e maggio, la nostra maestra accendeva un lumino sotto l’immagine della Madonna e, all’inizio della lezione, si diceva una preghiera. C’era calore e devozione…. Bello, con un po’ di nostalgia….
    Elena

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  2. sr.Alida

    Questo tratto di Osea mi è molto caro mi riporta all’inizio del cammino con il Signore .Anche ora mi parla molto. Quando guardo in alto e non rimango in superficie,mi accorgo delle stesse premure di tenerezza e amore,che il Signore compie anche oggi per mè….Donami ,donaci,Signore di volgere spesso lo sguardo verso di Tè,per scoprire oltre le nuvole del cuore e della vita ,la Tua luce e il Tuo immenso amore ,che ci fà superare ogni realtà che terrena e sofferta ,…Invoco Maria ,come Regina della pace e guida dei missionari.

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  3. Giulio

    “Io li traevo con legami di bontà … ero per loro come chi solleva un bimbo …; mi chinavo…”
    Ascoltiamo queste parole: solo se ci disporremo a lasciarci cercare e trovare, incontreremo davvero il Signore.
    Abbandonarci fiduciosi alle sue parole, al calore delle sue mani, come un bimbo si lascia cullare dal seno della madre.
    Ed offrire le nostre braccia per accogliere chi ancora cerca sollievo e riparo.

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  4. laura Fumagalli

    Quanto sono vicine alla mia vita queste riflessioni !
    Quante volte non vedo l’ attenzione che il signore ha per me, e sento il legame come un vincolo, invece che come un gesto d’amore e di cura, legare , sollevare, abbassarsi, sono tutti gesti che presuppongono un desiderio di occuparsi di qualcosa e di qualcuno.. ciò dovrebbe bastare per non sentirsi soli e smarriti…
    Chiedo al Signore di insegnarmi ogni giorno ad alzare lo sguardo perché, solo così facendo, avrò la ” distanza ” sufficiente per non sentirmi soffocare dalle piccole preoccupazioni quotidiane, vedendo così orizzonti ampi ed infiniti.
    Un grazie a tutte e tutti i missionari per il dono della loro vita, che Maria li protegga sempre !

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