domenica 3 febbraio

di | 2 Febbraio 2019

giobbe 4 domenica T. Ordinario – Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Commento

Gesù si trova nella Sinagoga di Nazaret, villaggio dove è cresciuto. Là ci sono i ‘suoi’, che nutrono la presunzione di appartenergli solo perché ‘di casa’ con lui. Mettiamoci il cuore in pace: non esiste alcun ‘popolo eletto’, nessun privilegio in base alla propria professione di fede, alla frequenza ai sacramenti, nessuna polizza assicurativa perché ritenutisi ‘dalla parte di Dio’. Dio, la religione, la pratica domenicale non è una polizza assicurativa sulla vita e la salute. Stando al vangelo di oggi, occorre giungere a riconoscersi pagani e lebbrosi per fare esperienza di Dio. la vedova e il lebbroso del vangelo sono due immeritevoli miserabili che fanno esperienza della misericordia immeritata, perché l’amore non è premio concesso ai buoni, ma dono gratuito elargito a tutti. Semplicemente perché Dio è questo: amore che si dona non a chi se lo merita, ma a chi ne ha più bisogno. Ricordiamoci  che non sarà mai un atto religioso a salvarci, e neanche l’appartenenza ad una fede, ma il conformarci al cuore di Dio, ottemperando così l’invito di Gesù: «Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro». Il discrimine non sarà mai tra il credente e il non credente, ma tra chi ama e chi e chi non lo fa. Insomma, per essere credenti, occorre essere anzitutto molto umani. Chi sta dalla parte dell’uomo, si porrà sempre – lo si sappia o no – dalla parte di Dio.

Preghiamo

In questa giornata per la vita preghiamo il Signore perché possiamo prenderci cura della via umana in tutte le sue forme.

2 pensieri su “domenica 3 febbraio

  1. srAlida

    Conformarsi al cuore di Dio….Secondo il suo cuore possiamo prenderci cura della vita umana in tutte le sue forme …oggi giorno del Signore ,prego per le intenzioni che abbiamo in cuore sopratutto per l’umanità più sofferente perchè scopra il cuore di Dio che ama .

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  2. . Elena

    Prego per la vita, affinché sia diritto dignitoso e pieno per ogni essere chiamato alla luce. Ringrazio per la vita che ho ricevuto e che ho potuto e potrò donare….

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