domenica 18 ottobre

di | 17 Ottobre 2020

29 domenica t. ordinario – dal vangelo di Matteo.

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».  Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Commento

Essere di Cristo non autorizza a disertare la terra. Il nostro posto è solo questo mondo a cui capo vi è e vi sarà sempre un Cesare. E occorre ‘rendere a Cesare quel che è di Cesare’impegnarsi a fare il bene proprio in questo nostro mondo. Contribuire al bene comune, fare tutto ciò che è in nostro potere perché il posto che abitiamo possa essere ‘trasformato’ dal di dentro, attraverso l’innesto di un ‘principio nuovo’, una modalità ‘altra’ d’esistenza, uno stile di vita improntato alla fecondità. Il cristiano è, in virtù della sua appartenenza a Cristo, ‘nuova’ modalità d’esistenza, portatore di un principio di vita altro, in grado di vincere anche la menzogna e la morte. Essere cristiani è essere ben piantati su questa terra attraverso una modalità di vita del tutto nuova. Cosa vorrà dire ‘rendere a Dio ciò che è di Dio?’. Se nel caso di Cesare tutto è partito da un’effige su di una moneta, qual è la moneta che riguarda il mondo di Dio? L’uomo. Rendere a Dio ciò che è di Dio significherà perciò presentargli le sue creature nella loro piena dignità, l’uomo ridonato a sé stesso, ripulito dal fango che lo imbratta, guarito delle ferite del corpo e dello spirito. Forse abbiamo imparato dopo duemila anni di cristianesimo ad affermare che Dio è Amore, ora è giunto il momento di credere che l’amore è Dio. Che ogni volta che si ama lo si rende presente, gli si dà carne, volto, figura. Per cui chi ama crede in Dio. Chi ama è già in paradiso. Dobbiamo cominciare a credere che il paradiso è una terra trasfigurata dall’amore, terra dove si muovono donne e uomini che rendono a Cesare ciò che è di Cesare, e agli uomini secondo il loro bisogno.

Preghiamo

Preghiamo per tutti quei bambini che faranno la prima comunione  e la cresima di questi tempi. In particolare per i bambini  di Berbenno e Selino

2 pensieri su “domenica 18 ottobre

  1. Elena

    Ricordo al Signore i bambini e i ragazzi che si accostano a Comunione e Cresima. Possa l’abbraccio di oggi accompagnarli nella crescita come persone buone e giuste, capaci di scelte sensibili ed intelligenti, persone capaci di amare e di accogliere amore.

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  2. sr Alida

    Il rischio di oggi è di scambiare le monete :la moneta di Dio è l’uomo l’intera umanita’ e essere per Dio non ci autorizza a non pagare le tasse. La prima cosa da cambiare è cambiare noi stessi, vivendo la vita dove siamo, con gratitudine, gratuità, pazienza, umiltà… Come dice Papa Francesco.. Ogni volta che amo rendo presente Dio. E chi ama è più sicuro della morte e delle tasse. Mi unisco alla preghiera per i bambini di Berbenno e di Selvino e per tutti i bambini e ragazzi della prima Comunione e Cresima.

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