contratto

di | 11 Febbraio 2022

I ragazzi sono proprio bravi. i miei di sicuro, anche quando non mantengono lep promesse. ma anche quelli che incontro a scuola. Ne ho avuto la riprova anche ieri entrando in una classe. Hanno dentro un mondo che va ascoltato, capito, amato. Non possiamo prendere il loro mondo e blindarlo in uno schema che è nostro. Io faccio una grande fatica a fare questo passaggio. Vorrei dire tutto, fare tutto, certo tutto a loro favore, ma alla fine invado di parole e di affetti questi ragazzi. Non si va molto lontano e soprattutto non si educa molto in questo modo. Tutto questo discorso è inerente al tema della fede- fiducia e adesso vorrei dimostrarlo. Viviamo nell’epoca dei contratti scritti. Anche in famiglia vedo che molti cercano di scrivere della forme di contratto con i loro figli. Genitori che stabiliscono patti con i figli. E mi accorgo che sono sempre più dettagliati. A volte sono scritti, a volte sono a voce. Ne ho visto uno definito nei minimi dettagli: orario di studio, orario di uscita, premio per le cose fatte bene, punizione per le cose fatte male. Il tutto con firma. È il rischio del famoso patto educativo della scuola. Se è troppo dettagliato, se prevede premi e sanzioni non è un atto di fiducia, anzi è proprio un atto di sfiducia. Siccome non mi fido di te, io ti blindo dentro un patto che decido io. Molti rapporti si bloccano sul nascere perché la volontà di escludere futuri errori crea un clima di diffidenza che impedisce al rapporto di incominciare. La fiducia invulnerabile non è un bene. La fiducia che non mette in conto la vulnerabilità non è un atto di fiducia. Penso che funzioni così anche con Dio. Lui non ci propone un patto del tipo: se ti comporti bene io ti prometto il paradiso, se ti comporti male ti castigo. E magari pensiamo che Lui, il buon Dio, ci ha anche dettato tutte le norme e i codicilli per farci firmare un contratto con Lui. non è questa la fede biblica. Essa consiste invece nello stabilire un’alleanza tra Dio e l’uomo dove alla base c’è solo un: mi fido di te, mi affido a te e in questo atto di fiducia io credo che tu puoi rispettare questo patto, ma contemporaneamente ho paura che tu possa violare il patto. il fatto di aver stabilito un patto con Dio e con gli uomini non mi rende più forte degli altri, ma solo più responsabile circa la forza e la debolezza del patto. Vedremo che in questo tipo di patto c’è bisogno di un terzo. Per ora accontentiamoci di sapere che Dio non scrive contratti con noi, ma stabilisce patti che sanno di fragilità e forza insieme.

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