bei paesaggi

di | 18 Agosto 2022

Risalgo la valle con calma, non ho fretta di arrivare a messa, sono abbastanza in anticipo. È appena passato un temporale e mi godo un po’ di fresco, ma soprattutto mi godo il paesaggio. Uno potrebbe dire: è sempre quello, un altro potrebbe dire che è stato rovinato dall’uomo, ancora, si potrebbe dire che la strada è rovinata, che sono zone disabitate e via dicendo. Insomma si può dire tutto quello che non va e per certi versi è vero tante cose non vanno bene. Tanti nostri paesaggi sono stati rovinati, abbandonati. Io credo invece che, oltre a tutto quello che non va bene nei nostri paesaggi, ci sono anche un infinità di cose belle, di belle storie che fanno belli i nostri paesaggi. Sono le storie di chi rimane, di chi tenta di tenere vivo il paesaggio, di chi ritorna per una festa, di chi ci prova a rendere belli i nostri paesaggi. Sono le storie di chi prova ad inventarsi cose nuove per rendere belli i nostri paesaggi. Sono le storie di tutti coloro che non copiano i paesaggi da altri paesaggi che vanno di moda, ma che si inventano modi che narrano la bellezza di un luogo, che lo rendono bello per la sua originalità. In fin dei conti i nostri anziani avevano saputo armonizzare tra loro bosco, prato, casa, paese, chiesa, trattoria del paese, stalle, strade e sentieri. Stavano bene tutte insieme e nessuno faceva ombra all’altro. Ed anche le persone vivevano in buona armonia con il paesaggio. Risalendo la valle con la macchina non guardo solo il paesaggio e mi dico, ma che bel paesaggio, ma penso all’infinità di relazioni che si creavano dentro un paesaggio. Relazioni tra umani e animali, tra piante, fiori e umani e animali, tra case e vie, tra chi abitava le case e chi lavorava e il tutto era come riassunto da un luogo che raccontava la vita dalla nascita fino al morire e quel luogo riassuntivo era la chiesa del paese. Allora la bella storia di un paesaggio non è la ricerca di luoghi paesaggisticamente belli, ma luoghi belli per le relazioni tra tutto il creato. Risalgo la valle  e penso che dobbiamo riscoprire l’arte di costruire paesaggi animati da relazioni  rispettose e profonde. Una cosa: mentre risalgo la valle e penso a queste cose devo ricordarmi anche che sto guidando altrimenti magari in una curva chissà dove mi ritrovo.

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