tessere

di | 2 Maggio 2020
particolare di un mosaico di Ravenna

Ho visto uno slogan che proponeva il tesseramento alle acli. Mi è piaciuta un sacco. Dice così “nel tempo che viene dovremo essere capaci di ri-tessere comunità e di promuovere lavoro. Mi ha colpito quel ri-tessere. La tessera nell’antichità era un piccolo pezzo di pietra o di altro materiale quadrato che serviva per gli scambi e gli acquisti. C’era la tessera per i mercanti per i loro affari, la tessera per i marinai, per i soldati e via dicendo. Mi ha colpito il fatto che c’era anche la tessera del povero. Con questa egli poteva accedere alle mense dei poveri, un po’ come si fa oggi. Poi c’erano le tessere che componevano i mosaici e qui la bravura era quella di accostarli per forme, colori, disegni. Rimango sempre estasiato quando visito le basiliche di Ravenna con tutti i loro mosaici luminosi, bizantini, celestiali. L’unica tessera che non voglio  vedere è quella del partito fascista e perché no della lega oggi. Ricordo che mio nonno mi diceva che lui la tessera del fascio non l’aveva mai voluta prendere e come conseguenza non poteva prendere il cibo che veniva distribuito grazie a quella tessera, e quindi e oltre ad aver passato qualche guaio tipo pestaggio o roba simile perché non aveva la tessera, per dare da mangiare ai suoi figli a volte rubava oppure il buon parroco del paese portava di nascosto del cibo alla sua casa. E per finire ci sono le tessere del puzzle. Ci vuole una pazienza infinita per comporre un puzzle. Dai racconti che conosco era una delle attività serali privilegiate da don Roberto e dalla comunità dell’agro. Il grande puzzle della metamorfosi di Hescer è rimasto in sala da pranzo per lunghissimi anni e so che oggi è custodito come un regalo prezioso.  Noi oggi  abbiamo come tante tessere di questo mondo sparse qua e là che vanno in qualche modo ricomposte. Si tratta di ri-tessere la nostra società. Papa Francesco dice: “Cari giovani, offriamo al mondo un mosaico di tante razze, culture e popoli uniti nel nome di Gesù!” la prima ri-tessitura è quella delle culture, basta con i muri nel futuro che arriverà! Poi andranno ri-tessuti i fili del lavoro, della famiglia, della scuola. Prenderemo gli stessi fili di prima, ma dovremo essere capaci di comporre disegni nuovi, colori nuovi, intrecci finalmente di pace e di dialogo. I piccoli tessitori, che siamo noi gente comune, ma che siamo coloro che fanno la storia dal basso, sono già all’opera per ri-tessere il mondo; chiediamo anche alla gente non comune, quella che vuole guidare la storia e il mondo, i potenti e ricchi,   di mettersi all’opera presto, anzi subito.

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