domenica 3 maggio

di | 2 Maggio 2020

Domenica 3 maggio – 4 domenica di pasqua – giornata mondiale di preghiera per le vocazioni –   Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Commento

Questa domenica viene chiamata del buon pastore. Le parole di Gesù sono una dura invettiva nei confronti del potere religioso del suo tempo, che non è più buon pastore. Quando il pastore diventa il custode della paura e non della speranza non abbiamo più a che fare con un buon pastore. Gesù citando il profeta Isaia al riguardo dice «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini» (Mc 7, 7). Gesù è venuto perché questi mestieranti della paura, si dissolvano e le persone abbiano finalmente accesso alla felicità. Gesù ha detto che non v’è bisogno di guardiani al nostro cuore, perché questo conosce perfettamente qual è la strada al suo compimento. I guardiani posti ‘in nome di dio’ dinanzi alla porta della felicità, cui occorre implorare di entrare, magari dando in sacrificio tutto ciò che di più prezioso si possiede, non hanno nulla a che fare con Dio. Chi esercita il potere, da sempre, lo fa sempre occupandosi di ‘tutti’, come un unico indistinto, confondendo il singolo con la massa. Invece Gesù dice che il vero pastore ‘chiama le sue pecore ciascuna per nome, e le conduce fuori’. A Dio interessa il mio nome, perché io per lui sono unico. E questo amore non m’imporrà nulla, non mi tormenterà con inutili moralismi e imponendomi – certo a fin di bene – cosa fare in ogni aspetto della mia vita, come fossi sempre un infante. L’amore si limita a ‘condurre fuori’, verso orizzonti ampi e fecondi. Il problema di come ‘guidare’ le persone è sempre stato, fin dall’inizio, il grande problema della Chiesa. Si possono guidare le persone come gli antichi imperatori o alla maniera di Gesù che aveva un unico desiderio, trarre fuori le donne e gli uomini da recinti soffocanti verso la piena felicità.

Preghiamo

Ci uniamo alla preghiera per le vocazioni.

3 pensieri su “domenica 3 maggio

  1. sr rita

    Conoscere, chiamare per nome, condurre fuori, offrire pascoli appetitosi e acque riposanti. Un Pastore così lo volgiamo tutti. Grazie al Signore perché è mio Pastore. Grazie ai pastori che in modo semplice e concreto ce ne danno una immagine attuale. Prego per loro e per chi ancora non ha avuto questa bella esperienza di sentirsi conosciuto e accompagnato verso al libertà. Il Signore susciti vocazioni sante nella sua chiesa e confermi nella fedeltà gioiosa coloro che già ha chiamato.

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  2. Elena

    Sempre, ascoltando e leggendo la Parola di oggi, mi vengono alla mente la politica, i nostri governanti, gli uomini di potere, alcuni religiosi di qualunque fazione o gruppo o credo o culto…. L’uomo che vuole creare gabbie sotto false spoglie, è presente ovunque. Da sempre. Spesso gli si dà ascolto perché sa irretire le persone che esprimono un bisogno e le convince che là, dove lui le conduce, è il giusto,il buono, il retto. Ma non si entra attraverso porte e cancelli principali. Si sfrutta la notte, si usano sotterfugi, si entra da buchi nel recinto, si cavalca la paura, si erigono nuovi recinti ben chiusi nei quali destinare le persone… Dov’è la nostra libertà di uscire, rientrare,trovare fuori i pascoli migliori e tornare per riposare ed essere al sicuro? Il Signore Gesù ci ha sempre messo in guardia dai falsi profeti, eppure ci caschiamo sempre, ancora, come allocchi, nelle grinfie di chi disprezza la libertà e pensa soltanto a sé e ai propri fedelissimi… Gesù ci presenta la nostra libertà come qualcosa di così semplice, ma ci chiede di entrare a fare parte di questo amore e di questa cura che sono per TUTTI, non per pochi eletti, e ci chiede di farlo per la porta giusta, quella forse un po’ stretta, attraverso la quale si passa uno ad uno, incrociando lo sguardo direttamente negli occhi del Pastore, che ci saluta e ci chiama per nome, uno ad uno… Preghiamo per le vocazioni, per Nella e Barbara.

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  3. sr Alida

    Sentirsi chiamare per nome è sapersi amati in modo unico e personale ..da Gesù buon pastore .Ti prego Signore per i buoni pastori che ci accompagnano ,perchè tu continui a donarne alla Tua Chiesa ,ti prego per le varie vocazioni ,i giovani trovino buoni accompagnatori al loro cammino,le famiglie rafforzino il loro cammino di fede ,e ciascuno si senta custodito e accompagnato dal Tuo amore .

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