maestro

di | 23 Aprile 2020

Pensavo di farcela da solo con la sciamatura delle api, ed invece ho tutto da imparare su questo tema e da rispettare chi lavora con me e mi fa da maestro. Questo è successo ieri. Ho avuto diversi maestri. Mio padre e mia madre. Ricordo con piacere i miei due maestri delle scuole elementari: Pio Rodigari che d’estate saliva in Valgoglio per fare scuola ai figli dei pastori e Pietri Eva di Mantova. Con lei ricordo la memorabile gita a Mantova. Tanti maestri. ultimo della lunga lista don Roberto. Maestro di vita con la sua vita, con la sua presenza, con le sue parole, con i suoi rimproveri. E li ringrazio tutti, perché mi hanno aiutato a diventare grande, adulto. Ho cercato anche maestri che non mi hanno insegnato solo a diventare adulto, ma mi hanno portato per vie poco chiare, poco limpide. Mia madre mi diceva sempre che mi lasciavo trascinare dagli altri. Poi c’è stato un periodo della mia vita in cui ho voluto fare il maestro di me stesso. In nome della mia libertà, sapevo tutto e decidevo tutto. Poi c’è stato il tempo in cui ero abbastanza presuntuoso da fare il maestro agli altri, ovviamente sempre tutto a fin di bene, sempre tutto per il Signore. Ed oggi? Non so bene, sono un misto di tutte queste cose.. forse in me vi è una certezza, che non sempre è tradotta nella pratica: non sono maestro di nessuno, ho tanto, quasi tutto da imparare. E allora ho imparato a chiedere aiuto, fino ad essere sfacciato e rompiscatole. Se non so fare una cosa chiedo aiuto, se non so cosa pensare e decidere chiedo aiuto, se non sto bene chiedo aiuto.  Il maestro è uno solo: Dio Padre e tra noi siamo fratelli. Siamo maestri gli uni degli altri. Imparo dall’altro, nella relazione con lui e lui può imparare da me.  Ghandi diceva: “Ogni persona che incontri è migliore di te in qualcosa; in quella cosa impara”. Sentirsi allievi, apprendisti è il miglior modo per imparare. Vorrei applicare queste riflessioni a tante realtà, a cominciare dall’insegnamento nella chiesa e nella catechesi. Ma lascio perdere altrimenti faccio ancora il maestro presuntuoso che sa tutto.  Vi è però un’esperienza che voglio citare a conclusione di queste parole sull’essere maestro. È un’esperienza che vivo da 20 anni circa. E non ne abbiano a male quelli del gruppo famiglie di Berbenno, ma 20 anni di vicinanza non sono pochi e lasciano il segno. Una volta al mese ci vediamo con un gruppo di famiglie. Facciamo parte del movimento dell’end. Durante quell’incontro io imparo, loro sono i miei amici, non abbiamo bisogno del formatore, dell’esperto, nemmeno del prete che consiglia, che spiega la bibbia. Siamo maestri uno dell’altro, cresciamo insieme. Aspetto volentieri quella serata mensile. A volte preghiamo tanto, a volte ci ascoltiamo, a volte discutiamo. Sempre ci sentiamo maestri uno dell’altro. Forse dovremmo imparare questa arte dell’insegnamento nella reciprocità

Un pensiero su “maestro

  1. sr Alida

    Un accorato accordo su il Maestro è uno solo ,come dici don Sandro ,anche su c’è sempre tanto da imparare da ciascuno ,non mi vergogno a dire che nel gruppo di catechismo ,ogni anno reimparo con i bambini ,a divenire figlia ,certo tengo conto del mio vissuto ,perchè mentre ci si prepara all’incontro ,anch’io ravvivo il breve messaggio da comunicare e guardando i bambini lo rinnovo con loro. Cosi come posso ,mi sembra di dire cosi poveramente il messaggio e poi lo Spirito Santo farà il resto …In questo periodo mi mancano un pò …anche se c’è un minimo di comunicazione attraverso i genitori …E poi condivido il chiedere aiuto dove non si riesce…

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