Ger 40,7-12
7 Tutti i capi dell’esercito, che si erano dispersi per la regione con i loro uomini, vennero a sapere che il re di Babilonia aveva messo a capo del paese Godolia figlio di Achikàm, e gli aveva affidato gli uomini, le donne, i bambini e i poveri del paese che non erano stati deportati a Babilonia. 8 Si recarono allora da Godolia in Mizpà Ismaele figlio di Natania, Giovanni figlio di Kàreca, Seraià figlio di Tancùmet, i figli di Ofi di Netofa e Iezanià figlio del Maacatita con i loro uomini. 9 Godolia figlio di Achikàm, figlio di Safàn, giurò a loro e ai loro uomini: “Non temete i funzionari caldei; rimanete nel paese e state soggetti al re di Babilonia e vi troverete bene. 10 Quanto a me, ecco, io mi stabilisco in Mizpà come vostro rappresentante di fronte ai Caldei che verranno da noi; ma voi fate pure la raccolta del vino, delle frutta e dell’olio, riponete tutto nei vostri magazzini e dimorate nelle città da voi occupate”. 11 Anche tutti i Giudei che si trovavano in Moab, tra gli Ammoniti, in Edom e in tutte le altre regioni, seppero che il re di Babilonia aveva lasciato una parte della popolazione in Giuda e aveva messo a capo di essa Godolia figlio di Achikàm, figlio di Safàn. 12 Tutti questi Giudei ritornarono da tutti i luoghi nei quali si erano dispersi e vennero nel paese di Giuda presso Godolia a Mizpà. Raccolsero vino e frutta in grande abbondanza.
Commento
Godolia, dopo la distruzione di Gerusalemme viene messo a capo del paese. Egli si ritrova una città distrutta, un paese in guerra, una popolazione sfiduciata, come succede sempre in tempo di guerra. Egli cerca di convincere i capi dell’esercito, e tutti i loro uomini, che vanno da lui, affinché vivano in un modo diverso: lascino le opere di guerra, per raccogliere i prodotti dei campi, e abitare nelle città. Li invita cioè a vivere in modo diverso, come quegli uomini, donne e bambini, come quei poveri del paese che erano stati lasciati nella città, al momento della deportazione. A tutti questi è data la stessa speranza di benedizione, a patto che si adeguino a questo popolo di “piccoli” attraverso l’atto umiliante di “servire” il re di Babilonia; abbiamo letto questo servizio come il lavoro quotidiano, che siamo chiamati a svolgere in solidarietà con tutti gli uomini. Infine, si uniscono a questo “resto” benedetto, i figli d’Israele dispersi tra i popoli circostanti, primizia di quel popolo di figli dispersi in tutto il mondo che Gesù radunerà in solo popolo. A tutti costoro è donato vino e frutta in abbondanza, segni dei beni messianici. Possiamo quasi dire che dopo il giudizio, dopo la grande fatica, dopo l’umiliazione si aprono varchi di speranza.
Preghiamo
Preghiamo per la città di Bergamo che ha la fortuna del passaggio del corpo di papa Giovanni. Possa essere una buona occasione di meditazione della vita di questo santo.
Mi sembra di capire che la presa in carico di qualcuno o di qualcosa metta sempre in conto il servire……..Ringraziamo , il Signore .per il passaggio di Papa Giovanni ..Preghiamo che possiam cogliere anche noi cosa significa un cammino di santità…
Preghiamo anche per il Brasile ,nella situazione descritta da sr Rita .
Il piccolo resto del popolo è invitato a vivere in mode semplice, pacifico, servendo. Papa Giovanni ci ricorda che la pace nasce dentro di noi e deve essere il progetto che tuti insieme, nelle nostre diversità, costruiamo per grazia di Dio. Che il suo peregrinare a Bergamo sia una benedizione e un richiamo a una vita santa, cioè buona e felice. Continuiate a pregare anche per il nostro brasile che non accenna a trovare soluzioni al caos attuale.
Lasciare modi vecchi che ci turbano o che distruggono le nostre vite. Tornare alla semplicità del vivere e del quotidiano, pur nel servizio, può ridare serenità al cuore e pienezza di vita.. Mi sembra che ci siano gli ingredienti della speranza, della fiducia, del bene, della pace. Che possiamo sempre impastarne anche noi nel nostro quotidiano, talvolta abbassando il capo e accettando di ascoltare e cambiare direzione.
Che bello che Papa Giovanni sia tornato a Bergamo! Preghiamo per tutti quei Paesi in cui regna il caos politico.