venerdì 17 agosto

di | 16 Agosto 2018

1 corinti1 Cor 12,21-31                                   

 21 Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». 22 Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; 23 e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, 24 mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, 25 perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. 26 Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. 27 Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. 28 Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. 29 Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? 30 Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? 31 Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.

Commento

Ci stiamo avvicinando al grande testo dell’inno alla carità, che in qualche modo riassume tutte le considerazioni morali che abbiamo fatto sui tanti argomenti pratici proposti nei vari capitoli. E ci arriviamo a questo inno con la premessa: aspirate ai carismi più grandi e io vi mostrerò la via migliore di tutte. Ma soffermiamoci ancora un attimo sul paragone con il corpo.  Questa diversità delle varie membra del corpo non è solo un fatto naturale, ma è anche un fatto necessario: io comprendo il valore dell’altro quando lo vedo e lo rispetto e lo valorizzo nella sua diversità: ma contemporaneamente ne comprendo anche il mio valore. La “diversità”, già lo vedevamo, deve essere intesa come “necessità”, perché in ogni modo quello che io sono grida di per sé il mio bisogno di quello che “l’altro da me” è e ha. Addirittura le membra più deboli sono quelle che necessitano di maggior cura e quindi nel corpo di Cristo che è la chiesa il debole merita maggiore attenzione. Al di là dell’immagine del corpo e delle sue membra più preziose e più protette, possiamo appoggiare questa tesi su un fondamento decisivo, che è la persona stessa di Gesù, il suo farsi piccolo e debole sin alla croce e la gloria ivi contenuta. Il piegarsi verso queste membra deboli e preziose celebra la fede in Gesù Cristo! E’ proprio questo che impedisce la disunione del corpo e promuove il mistero dell’Amore: le varie membra hanno “cura le une delle altre”. Ma qui emerge una nota sorprendente: mentre prima aveva detto che ci sono membra deboli come sottintendendo che quindi ce ne sono di “forti”, ora afferma l’assoluta reciprocità di questa “cura le une delle altre”. Tutti dunque sono deboli e sono anche forti? Sì, tutti, secondo l’immagine dell’evangelista Giovanni, devono lavarsi i piedi gli uni gli altri.

Preghiamo

Preghiamo per tutti coloro che vivono la debolezza della malattia.

 

3 pensieri su “venerdì 17 agosto

  1. srAlida

    Voi siete corpo di Cristo e sue menbra ciascuno per la sua parte….nessuno di noi può dire all’altro/a non ho bisogno di te ,mancherebbe sempre qualcosa al compito affidato a ciascuno
    nel prendersi cura gli uni per gli altri…Mi unisco alla preghiera,per i più deboli.per le vicende dolorose di questi giorni ,e perchè sappiamo cogliere che la diversità è un dono,che giorno per giorno …ci arricchisce il cuore la vita

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  2. sr Rita

    ……quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto.
    Lasciando l’esempio delle parti del corpo, penso alle persone dentro il contesto in cui viviamo: famiglia, comunità, città, mondo…. Dio non si smentisce e se dice che circonda di maggior cura i più svantaggiati, deboli, disonorati…vuol dire che anche noi dobbiamo stare dalla sua parte. Quanto bisogno ‘è nel mondo di rispettare, onorare, avvantaggiare le persone più emarginate e umiliate. Preghiamo per il primo seminario sulla iniziazione alla vita cristiana che da oggi a domenica si svolge qui nella nostra diocesi di Paranaguà.

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  3. . Elena

    Penso a quanta cura, attenzione e delicatezza dedichiamo a quelle nostre parti del corpo ammalate e sofferenti. Se fossimo così attenti a chi soffre o è ammalato e fragile, la nostra forza sarebbe davvero servizio per tutta la comunità. Ma tra il dire e il fare spesso ci sono abissi oceanici. Fa, o Signore, che possiamo vedere, riconoscere, apprezzare e amare l’altro, la sua alterita’ e diversità da noi come cose necessarie alla nostra crescita personale e umana, superando i confini fisici, mentali e spirituali dell’io.
    Prego per chi è nel dolore, nella fragilità e nella malattia.

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