venerdì 16 giugno

Matteo 8, 23-27

Salito sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. ²⁴Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. ²⁵Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: “Salvaci, Signore, siamo perduti!”. ²⁶Ed egli disse loro: “Perché avete paura, gente di poca fede?”. Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. ²⁷Tutti, pieni di stupore, dicevano: “Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?”.

Commento

Il testo sembra un racconto magico. Gesù che sale sulla barca, il vento forte, lui che dorme, l’implorazione dei discepoli e Gesù che minaccia il mare e tutto si ferma. In realtà si tratta di un grido di disperazione che si alza da parte dei discepoli che cercano aiuto nel Signore in un momento di difficoltà, è il grido di tutti gli uomini che alzano a Dio questa invocazione: Salvaci signore siamo perduti. Ma se da una parte è un grido di disperazione, dall’altra lo possiamo descrivere anche come un grido di fiducia: solo di te, Signore,  mi posso fidare. Forse questa dei discepoli è anche la preghiera dell’uomo semplice: Signore abbi pietà di me. comunque al di là di che tipo d preghiera si tratta, Gesù ascolta questo grido e tende la mano e trae in salvo i suoi discepoli impauriti. Di fronte alla tranquilla fiducia del Signore che non teme nulla perché sta con il padre suo, quel Dio padre che è vicino ai suoi figli, noi abbiamo l’uomo con tutte le sue paure e i suoi gridi elevati a Dio. Anche se siamo uomini e donne di poca fede facciamo bene ad implorare Dio, a gridare a Lui tutta la nostra paura e angoscia.

Preghiamo

Preghiamo per la pace