Venerdì 13 settembre ’19 – 1Gv 5,13-21
13 Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio. 14 E questa è la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. 15 E se sappiamo che ci ascolta in tutto quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già da lui quanto abbiamo chiesto. 16 Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita: a coloro, cioè, il cui peccato non conduce alla morte. C’è infatti un peccato che conduce alla morte; non dico di pregare riguardo a questo peccato. 17 Ogni iniquità è peccato, ma c’è il peccato che non conduce alla morte. 18 Sappiamo che chiunque è stato generato da Dio non pecca: chi è stato generato da Dio preserva se stesso e il Maligno non lo tocca. 19 Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo sta in potere del Maligno. 20 Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l’intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio, nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna. 21 Figlioli, guardatevi dai falsi dèi
commento
siamo alla conclusione della lettera. Come all’inizio, così anche nell’epilogo l’autore richiama lo scopo del suo intervento epistolare e ne riassume il contenuto: rendere consapevoli i destinatari che sono in possesso della “vita eterna. Colui che, come “Parola della vita”, si faceva “vedere” e “contemplare” dagli occhi dei fratelli (1, 1), ora, in quanto modello dell’amore fraterno che “ha dato la sua vita per noi” (3, 16), fa sì che possiamo “vedere” il proprio “fratello” peccatore e intercedere per lui, perché “la vita” gli possa essere ridonata. Anzi, il Figlio diventa modello non solo di come “chiedere” a Dio, ma anche di come “dare la vita” al fratello peccatore. “Questa è la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. I cristiani stanno davanti a Dio non come stranieri ma come figli e Giovanni li assicura che ogni loro “richiesta”, conforme alla “volontà” del Padre, verrà non soltanto “ascoltata”, ma anche “adempiuta”. Possiamo sorprenderci della grandezza di questo dono, o addirittura pensare che sia illusorio, data la sua formulazione così assoluta, ma questa è la grande conclusione di Giovanni: stiamo davanti a Dio come figli e stiamo davanti ai fratelli come i grandi mediatori per loro e per noi.
Preghiamo
Preghiamo per tutti i figli di Dio.
….sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.
Sapere questa cosa è davvero una grazia e una fortuna di cui non ringrazieremo mai abbastanza. Credere nel nome di Gesù è già stare nella vita eterna. Allora credere è relazione, è appartenenza, è comunione. Che ci sia dato di credere per davvero.
Preghiamo per Carlos, un giovane sposo del nostro Bairo che si è tolto la vita.
Prego per Carlos, il Signore, che conosce le pieghe più profonde dei nostri cuori, lo tenga nel Suo amore…
Possa il nostro sentirci parte della grazia e della misericordia di Dio, superare e vincere la paura e il mal di vivere.
Se sto con lui da figlia e non da straniera ogni richiesta se è secondo la sua volontà sarà esaudita ….quindi prego per Carlos ,per la sua famiglia …si Egli conosce i cuori lo tenga presso di sè con tutti quelli che come lui non ce l’hanno fatta più a vivere …e per tutti i figli di Dio per noi perchè custodiamo questo dono ,questa grazia ….Domani non so se riuscirò a scrivervi ,termino queste meravigliose vacanze e parto da Senigallia ringraziando di cuore il Signore Domani 41 anni da quando sono entrata nella famiglia del Palazzolo ,ed il 6 settembre scorso 38 dalla prima professione ..ringrazio il Signore per la sua fedeltà e per quanto racchiuso in questi anni ,Domani nella nostra casa Madre la prima professione di due nostre novizie se ben ricordo i nomi Carolina e Francesca ,anche qui ringrazio il Signore ,le custodisca nel suo amore .