giovedì 12 settembre

di | 11 Settembre 2019

Giovedì 12 settembre ’19 – 1Gv 5,1-12                                                                                                                                          

1 Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. 2 In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. 3 In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. 4 Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. 5 E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? 6 Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. 7 Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: 8 lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. 9 Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio. 10 Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato riguardo al proprio Figlio. 11 E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. 12 Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.

Commento

Dopo l’appello all’amore, Giovanni passa ad un’esortazione  concernente la fede. È evidente la sua preoccupazione di saldare insieme fede e amore.  L’autore delinea prima di tutto l’identità del credente mediante il contenuto della professione di fede: “Gesù è il Cristo”. Aggiunge poi che il vero credente “è generato da Dio”. Chi pertanto è saldo in questa fede, non può che compiere ciò che la sua dignità di figlio di Dio comporta. Non c’è vera fede cristiana che non dia come frutto le opere, e non vi sono opere autenticamente cristiane che non siano opere che nascono dalla fede. Chi non vive secondo il comandamento nuovo lasciato da Gesù, non può dire che Gesù è il salvatore, perché il solo criterio dell’autenticità della fede è un’esistenza vissuta nell’agàpe.  Amare Dio senza amare Cristo è impossibile: vorrebbe dire dissolvere la sua umanizzazione in Gesù. E amare Cristo senza amare Dio è pure impossibile, perché il Figlio è l’immagine visibile del Padre. Ma è altrettanto impossibile amare Dio senza amare i fratelli, perché essi sono i suoi figli, da lui generati e amati. È come se ci trovassimo di fronte ad un circolo dove un elemento richiama l’altro: la fede, le opere, Gesù,l’uomo. Una esiste perché esiste l’altra e una è necessaria all’altra. La fede nella sua pienezza è l’accettazione di tutti questi elementi tra loro.

Preghiamo

Preghiamo per don Giuseppe

3 pensieri su “giovedì 12 settembre

  1. Elena

    Amare è riconoscere l’amato in tutta la sua pienezza, è lasciarsi abitare e contagiare da questo amore, che vive di fiducia,reciprocità, generosità. L’amore e la fede riconoscono la fonte, perché provengono dallo stesso spirito. Però nella vita di tutti i giorni,rimanere fedeli, abitati e abitare nel Signore, non è facile. Non è facile rimanere saldi, coerenti, fiduciosi, innamorati e promotori di pace e di unità. Chiedo al Signore di tenermi in sé anche quando dubito, mi svilisco, mi stanco , non sono testimone degna e mi sento fragile e mi perdo. Prego per tutte le persone che ogni tanto crollano sotto il peso della vita, che il Signore possa risollevarle e abbracciarle in sé. Una preghiera per don Giuseppe, per gli studenti e gli insegnanti che oggi iniziano il nuovo anno scolastico.

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  2. sr Alida

    Generati ogni giorno da Dio ….che bello sarebbe ricordarselo spesso per sè e per riconoscerlo negli altri….per unire fede ed opere …Anch’io mi ritrovo così superficiale in questo cammino e le mie riprese un pò deboli prego per don Giuseppe e per intenzioni espresse o che portiamo in cuore .

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  3. Sr Rita

    Ricorrono parole intense in questa lettera di Giovanni: fede, amore, testimonianza, verità…. E lo Spirito di Dio è la forza motrice di questo movimento di energia santa. Mi sento chiamata a fermarmi per diventare più sensibile a questa azione dello Spirito. Una dimensione genera l’altra per dono, ma anche per consapevole responsabilità.

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