Giobbe 21,1-14
[1]Giobbe rispose:[2]Ascoltate bene la mia parola
e sia questo almeno il conforto che mi date.
[3]Tollerate che io parli
e, dopo il mio parlare, deridetemi pure.
[4]Forse io mi lamento di un uomo?
E perché non dovrei perder la pazienza?
[5]Statemi attenti e resterete stupiti,
mettetevi la mano sulla bocca.
[6]Se io ci penso, ne sono turbato
e la mia carne è presa da un brivido.
[7]Perché vivono i malvagi,
invecchiano, anzi sono potenti e gagliardi?
[8]La loro prole prospera insieme con essi,
i loro rampolli crescono sotto i loro occhi.
[9]Le loro case sono tranquille e senza timori;
il bastone di Dio non pesa su di loro.
[10]Il loro toro feconda e non falla,
la vacca partorisce e non abortisce.
[11]Mandano fuori, come un gregge, i loro ragazzi
e i loro figli saltano in festa.
[12]Cantano al suono di timpani e di cetre,
si divertono al suono delle zampogne.
[13]Finiscono nel benessere i loro giorni
e scendono tranquilli negli inferi.
[14]Eppure dicevano a Dio: «Allontanati da noi,
non vogliamo conoscer le tue vie.
Commento
Ed ecco l’ennesima risposta di Giobbe. Possiamo dire che essa si rifà a tutto quel filone di pensiero e di scritti che sono la letteratura sapienziale. Giobbe prende di petto la teoria della retribuzione e la smonta pezzo dopo pezzo. Giobbe adotta la stessa teoria dei suoi amici, ma poi la contraddice tutta. Ma l’introduzione a questo capitolo, prima ancora che una esposizione della teoria di Giobbe, è un invito all’ascolto. Per smontare questa teoria della retribuzione egli chiede aiuto alla storia, ai «viaggiatori» della terra, che conoscono veramente la vita e gli uomini. Prima però invoca l’ascolto: «Ascoltate bene la mia parola e sia questo almeno il conforto che mi date» Sa di essere vicino al culmine del suo processo a Dio e alla religione, e per questo chiede ai suoi interlocutori di mettersi la «mano sulla bocca», per prepararsi allo stupore e allo scandalo che le sue parole estreme provocheranno in loro; non è da escludere che il redattore di questi capitoli centrali abbia emendato e censurato alcune parti del libro, dove più estreme e scandalose dovevano essere le domande di Giobbe. Ma Giobbe chiede ascolto per esporre il suo pensiero. E da qui Giobbe ci introduce in un nuovo modo di pensare Dio. questa sarà la grande intuizione finale del libro.
Preghiamo
Preghiamo per Anna
Mi fermo sulla frase iniziale: Ascoltate bene la mia parola
e sia questo almeno il conforto che mi date.
Talvolta solo questo si può chiedere e desiderare. Un ultimo modo per dire: sono vivo, ho qualcosa da dire.
Mi sembra molto deciso Giobbe! Deve dire qualcosa, qualcosa di importante, di definitivo. Chiede ascolto e silenzio. Ed inizia a parlare con la giusta logica di chi conosce la vita, perché l’ha osservata bene attraverso occhi saggi e attenti. Cii siano dato occhi saggi e attenti, prima delle parole, spesso taglienti e inopportune. Lo chiedo principalmente per me, che ancora troppe volte faccio fatica ad ascoltare e a vedere nella giusta ottica ciò che gli altri portano a me…. Prego per Anna e per le intenzioni di ciascuno.
La fatica di ascoltare è alla mia portata ,eppure saper ascoltare non solo con l’udito ,è talmente importante ….cosi come vedere la vita dal punto di vista di Dio,nella Sua ottica ….Chiedo al Signore occhi e cuore che sappiamo vedere e ascoltare,prego per Anna e per chi ci chiede di pregare…..