veglia

di | 10 Aprile 2023

Abbiamo vissuto insieme la grande veglia pasquale. Una lunga veglia, una veglia sentita e partecipata. Ho cercato di riflettere un attimo sul senso di questo vegliare. Come prima cosa il vegliare è operazione difficilissima. Vegliare un malato la notte non è poi così scontato che è cosa semplice. Vegliare l’attesa di un figlio che è fuori durante la notte non è cosa semplice, mette addosso ansia che a volte si tramuta in rabbia quando il figlio rientra. Vegliare l’amato del cuore che si allontana dalla tua vita e che non riesci più a trovare è attesa dolorosa. Posso continuare a fare esempi di come la veglia è lunga e faticosa. Ognuno sa cosa vuol dire vegliare nella notte e ognuno di noi può guardare nel proprio cuore per capire per che cosa veglia e come vive la veglia. Entrare nella chiesa tutta buia, pregare e ascoltare la parola sacra con la semplice luce di una candela vi garantisco che rende molto bene l’idea della veglia, è un’immagine molto efficace per narrare le nostre veglie notturne. Mi viene in mente anche la veglia del panettiere che ci prepara il pane, dell’infermiere che veglia sui malati, di chi guida un treno di notte, di chi vive sulla strada la notte. Il rito del sabato santo rischia di rovinare l’essenza della veglia che  quella di aspettare il giorno e la novità che porta il giorno nuovo. Perché dico che questa veglia del sabato rischia di rovinare l’essenza del vegliare? Perché in questa veglia noi sappiamo già come va a finire: sappiamo già che canteremo che il Cristo è risorto, che c’è una luce che è Cristo. Rispetto alle nostre veglie quotidiane sembra che manchi l’effetto sorpresa. Come sarà il giorno nuovo che nasce per un malato? Come sarà il giorno nuovo per chi lo ha assistito? Non lo sappiamo. È tutta qui la faccenda: della veglia quotidiana non conosciamo l’esito finale. Del rito sì. Ecco perché siamo chiamati a rendere il rito attuale, renderlo capace di parlare del nostro tempo, delle nostre veglie quotidiane. Allora anche il rito della veglia del sabato santo ritrova l’essenza della novità del giorno che nasce. Come fare per rendere un rito che è una veglia dall’effetto scontato a renderlo capace di narrare  del nostro tempo e di conseguenza di renderlo capace di novità, di giorno nuovo che rinasce e mi aiuta a rinascere? Ritengo che questa questione è così importante che merita un ulteriore riflessione. Un rito mi apre ad un giorno nuovo quando narra del creato e dell’uomo. Ma lo vedremo meglio la prossima volta.

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