Ho trovato, leggendo, un gioco e ho provato a giocare. Prendi una carta del mondo, vedi tutti gli stati e prova a mettere le bandierine di diversi colori, là dove ritieni che ci sia una nazione che va difesa contro i soprusi della guerra. I colori possono cambiare di intensità a secondo se uno stato ha bisogno di più o meno difesa. ovviamente per difenderlo bisogna mandare armi. E così ho piantato bandierine a destra e a sinistra. E di tanti colori diversi. Poi mi sono reso conto che è un gioco stupido. Per costruire la pace non devo piantare bandierine per difendere qualcuno e trascurare altri. e ho messo da parte questo strano gioco. Mi pare che stiamo proprio ragionando così: ci schieriamo da una parte, magari diplomaticamente non trascuriamo di dire che anche l’altra parte ha una sua ragione, ma dalle dichiarazioni si capisce da che parte stiamo. E così alla fine con questo gioco dividiamo il mondo in buoni e cattivi. In questo modo non raggiungeremo mai la pace. In questo modo offriremo sempre l’occasione perché una parte possa sentirsi sempre autorizzata a colpire l’altro. Oltretutto in questo modo cresce l’odio e la vendetta. Se tu mi hai fatto del male io devo tornarti il male e in maggior dose. E così per generazione e generazionie Qui bisogna cambiare sistema. Ci vuole un altro sistema. Non piantare le bandierine per schierarsi e scegliere da che parte stare, ma piantare bandiere che dicono che vogliamo spezzare queste catene di violenza. Forse servono uomini e donne che, partendo dalle nostre case, dalle nostre comunità per arrivare al mondo intero, accettano la sfida di cercare trovare accordi equi per tutti, uomini e donne che hanno il coraggio di dire di no agli schieramenti e offrono tempo e intelligenza per far stare seduti tutti allo stesso tavolo della pace. Servono uomini e donne che credono nella mediazione, come incontro e non come compromesso, che credono nella giustizia non come mi faccio giustizia per il male subito, ma come giustizia della ricerca della fraternità.
Il mondo è lontano da noi. Se sei di pace, cura le relazioni in casa, in paese, al lavoro,…. Dove è Con chi ti capita di vivere. ALTRIMENTI SONO SOLO PAROLE E PROPOSITI, di cui possiamo farcene a meno.
Io ho sperimentato che c’è qualche spiraglio di pace quando si riconosce nell’altro che ha offeso, compiuto ingiustizie ecc. qualcosa di buono.