tempo precario?

di | 8 Gennaio 2021

Ho messo il punto di domanda al titolo perché non so bene come chiamare il tempo di questi giorni. Tempo precario? Tempo inadatto? Tempo sospeso? Tempo incerto? O tempo inadeguato? Il furgone non va più, ma non ci sono i soldi per comprarne un altro. Faccio alcuni incontri e sento fare grandi cose: 200 ragazzi, tanti soldi, progetti super strutturati con tutto quell’apparato educativo, organizzativo e quant’altro serve per far funzionare al meglio la macchina impresa sociale. E poi mi dicono che a mezzogiorno arriva il pranzo pronto per tutti. Caposquadra, coordinatore, educatore, psicologo, e altro ancora per avere convenzioni e poi dopo le convenzioni i soldi. Leggo articoli di giornale dove si parla di una struttura che apre laboratori, panetterie, case per accoglienza e tutto funziona a meraviglia, tutto è super organizzato. il tutto in memoria di …. Non provo invidia per questi personaggi. In questo senso sono molto sereno. Non è quello il problema. Io mi guardo un po’ in giro. Con la nostra piccola motocariola spostiamo legna tutta la mattina, la Chiara che non è educatrice ma ci mette l’anima, il Mounir che trasporta a mano la legna tagliata e Massimo, Vova, Carlo, Emilio, provano a tenere in piedi la nostra fragile realtà. (non lì ho nominati tutti  quelli che passano per la cooperativa, quelli erano quelli di ieri) Precaria appunto. Arriva un signore e non ci porta il pranzo pronto ma un pacchetto di biscotti per i ragazzi. il pranzo ci arrangiamo tra di noi, tranne quando qualcuno ci porta qualcosa di pronto. Non posso far sedere tutti a tavola, perché la sala da pranzo è  piccola rischiamo assembramento. Quindi a turno cerchiamo di accontentare un po’ tutti. A tavola guardo i miei ragazzi, sulla lavagna stamattina ho scritto: la bellezza salverà il mondo. Guardo i ragazzi e chiedo chi ha scritto quella frase. Come risposta si passa da un’ attrice a un cantante. La soluzione è internet. Lì guardo mentre mangiano e mi prende un po’ di tenerezza. Non li cambierei i miei 5 ragazzi, con niente, neanche se mi offrono laboratori, case grandi, magari anche 2 case per accoglierne di più, personale adeguato e altro ancora. sono lì seduti a tavola, mangiano e parlano delle loro cose. Si pulisce il pavimento, si lavano i piatti e si fuma una sigaretta. (devo confessarlo anche io mi fumo la mia). ci sono anche il gatto Faraone e il cane Jonny della Chiara che dopo un po’ di tempo hanno imparato a non litigare.  Poi si torna al lavoro. lì guardo e sento tutta la fragilità e la precarietà della loro vita, e nel sentire la fragilità e la precarietà della loro vita sento tutta la precarietà della mia vita, della mia cooperativa. Credo che stiamo in piedi per grazia. Una signora passa e mi ritira dei panni sporchi da lavare, dice che vuole fare qualcosa per quei ragazzi. dice: il prete con i suoi ragazzi. mi riempie di orgoglio e non lo voglio cacciar via quell’orgoglio. non mi interessano i grandi numeri, le grandi strutture, i grandi progetti. Mi interessa quello sparuto numero di  ragazzi e di adulti  che sono arrivati qui a Rosciano. Scruto i loro volti e mi dico: ma io che futuro posso offrire a loro. Vi garantisco che ho imparato a credere non nell’efficienza, ma nella grazia, quella grazia che nasce dalla fragilità e dalla precarietà. Ma vi garantisco anche, che rinnovare ogni giorno l’affidamento della nostra precarietà alla grazia è l’impresa più grande del giorno. E allora forse posso dire: tempo precario affidato alla grazia. questo mi ha insegnato don Roberto e di questa memoria voglio vivere.

2 pensieri su “tempo precario?

  1. Dania

    Precarietà e fragilità di questo giorno, di molti giorni in cui le forze e le energie sembrano non bastare, tu stessa non basti perché i bisogni sono tanti ed ognuno ha i suoi e ti chiedi: chi si prende cura di chi dona cura a quelle creature che, seppur meravigliose, sanno però prosciugarti?? C’è sempre bisogno di una Fonte da cui attingere per ricominciare, per resistere e per riconfermare ogni giorno l’amore per ciò che fai, in una quotidianità fatta di semplici ma grandi cose: pianti, sorrisi, abbracci, sguardi, carezze…e Dio è in tutto questo, nel mio quotidiano!! Non mi serve andare lontano dopotutto ed è il caso di dirlo: GRAZIE A DIO.

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  2. sr Alida

    Grazie ,mi fa bene parlare di precarietà ,fa memoria di vivere e fidarsi della Provvidenza ,don ci credo che ogni giorno si ricomincia ed è l’impresa più grande …tempo precario affidato alla grazia :riempire di grazia il tempo che scorre …il tuo sguardo sui ragazzi è proprio di chi se ne prende cura e li invita al senso più bello della vita …la signora che vuol fare qualcosa per loro …ognuno della cooperativa mette ciò che è perchè ognuno si senta a casa….

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