Esiste un tempo intermedio. È il tempo che passa dalla seminagione al raccolto. È un tempo strano. Io durante questo tempo mi agito un po’: ci sarà bel tempo? Devo bagnare l’orto? Cosa devo fare con le piante? Quali trattamenti devo mettere in atto? Ci sono tutta una serie di questioni aperte durante il tempo intermedio. La stessa cosa succede con i genitori: che fare in quel tempo intermedio che sta tra un inizio della vita e il momento in cui il figlio costruisce la propria storia. Che fare in quel tempo intermedio che è l’adolescenza? Posso continuare ad applicare questa idea del tempo intermedio a mille questioni, a mille aspetti della vita. Alla fine ritorno al mio orto: che fare nel tempo intermedio? In linea di massima seguo delle piccole regole, ma gli imprevisti sono sempre in agguato. Ed è proprio quando c’è l’imprevisto che andiamo in difficoltà. L’imprevisto di un figlio che si ammala e che cambia tutto lo schema di vita che ci eravamo costruiti. La prima cosa che mi passa per la testa è questa: il tempo intermedio va attraversato, anche con tutti i suoi imprevisti. Questo è scontato. Aggiungo un particolare, sperando di essere chiaro. Il tempo iniziale è pensato come il tempo senza errore, l’inizio della vita è sempre immacolato. Il tempo finale è pensato come il tempo del ritorno ad un paradiso: non diciamo forse così dei nostri figli : finalmente si è sistemato; il tempio intermedio come il tempo della lotta per raggiungere la pienezza del tempo finale. Vivo in questo tempo intemedio per raggiungere la pienezza della vita. Ed invece il tempo intermedio ci rivela che la vita di un orto, la vita umana è un processo in continua evoluzione, che cerca di superare la sofferenza, che cerca di porre le basi per fare in modo che il tempo intermedio della vita possa essere il più possibile felice e realizzato, magari imparando a riconoscere non solo e nostre sofferenze, ma anche quelle altrui. Un tempo intermedio, non per sognare il futuro migliore, ma per costruire già nel tempo intermedio il futuro migliore.