Ormai il mio giro autunnale e quotidiano nell’orto lo faccio sempre. Non può mancare questo appuntamento quotidiano. Ieri abbiamo liberato una vasca utilizzata una volta per il letame. Vorremmo usarla per lo stesso motivo. La terra che ne è uscita era molto bella, nera, pronta per essere ripulita da sassi e sterpaglie. E così questa terra nera è finita nell’orto come concime. Abbiamo anche sistemato un pezzo di terreno che diventerà il nuovo orto. E poi mi sono fatto un giro in solitaria tra le piante da frutto. Non ho ancora digerito il colpo del furto delle prugne e quindi le guardo e dico loro, ma non potevate cacciare un urlo, ribellarvi, fare qualcosa? niente. Se stanno in silenzio, in attesa dell’inverno. E in questo silenzio delle piante vedo una cosa che mi stupisce: dei rami delle piante di prugne hanno i fiori, sono fiorite a Novembre!!!! Siccome non sono un contemplativo, ma un razionale, la prima cosa che ho fatto è cercare delle risposte ad un fatto così insolito. Ne ho trovate due: la prima è il caldo insolito di questi giorni, il famoso cambiamento climatico. La seconda: so che non siamo stati bravi nelle potature e quindi sono come rimasti dei rami pronti a sbocciare subito e così il caldo di questi giorni ha spinto questi rami a fiorire. Il mio amico agronomo che ho subito consultato mi ha detto che ci stanno tutte e due le ipotesi, ma la più accredita è quella del cambiamento climatico, del troppo caldo. Passato questo primo momento di razionalità pura, sono tornato dai rami fioriti, ho scattato una foto e poi mi sono messo a guardarle, non più a pensare. Nel cuore sono emerse queste riflessioni: un silenzio fiorito. Non hanno mai brontolato le mie piante, non si sono mai lamentate, sono lì nel prato in silenzio e rispondono alla chiamata di madre terra e del sole. Madre terra scalda e loro fioriscono, il sole scalda troppo e loro fioriscono. Non è obbedienza cieca, ma vera integrazione tra sole, terra e pianta, per loro è naturale questo meccanismo. Noi ci ribelliamo al sole caldo o alla terra fredda, e poi provochiamo i cambiamenti climatici. Noi siamo solo ribelli, non cerchiamo un’unità di vita tra terra, cielo, uomo, donna. Noi abbiamo sempre qualcosa da dire e roviniamo tutto. Non sono le piante che hanno sbagliato a fiorire, ma l’uomo che ha rovinato con la sua prepotenza il clima. Ho guardato ancora quei piccoli fiori e mi hanno lasciato dentro un senso di tenerezza e di protezione infinita. Tenerezza, erano lì piccoli in balia del vento e del freddo che forse verrà con la notte. Protezione infinita, avrei voluto proteggere quei piccoli fiori. La storia del piccolo principe dice che la sua rosa faceva continuamente richieste prepotenti al piccolo principe. La sera chiedeva di essere messa sotto una campana di vetro oppure vicino ad un paravento per proteggerla dal freddo e dal vento. Il mio piccolo fiore non mi ha chiesto niente, non aveva pretese di nessun tipo; era silenziosamente fiorito fuori stagione, mi guardava e mi chiedeva: non lasciarmi troppo solo. È la stessa cosa che chiedo io a volte: non lasciarmi troppo solo, fa freddo la notte. Oppure è la richiesta silenziosa di tanti uomini e donne che mi guardano come quel piccolo fiore e mi dicono: non lasciarmi solo, fa freddo la notte.