L’accoglienza si è messa in moto, la gente porta il necessario, i bambini arrivano a scuola. e grazie per tutto quello che si sta facendo. Ci sentiamo orgogliosi di tutta questa nostra bontà, di tutta questa nostra efficienza. I discorsi si fanno seri e si vanno a cercare le cause della guerra, si vanno a cercare i perché. Siamo diventati improvvisamente capaci di leggere i segni dei tempi. Anche in questo ambito siamo diventati bravi tutto in un istante. E poi ormai sappiamo tutto della guerra, della strategia della guerra; in queste settimane abbiamo letto, visto, argomentato su tutto e di tutto e i social ci hanno aiutato a districarci in tutto questo mondo. È chiaro che nelle miei parole vi è come dell’ironia perché ho l’impressione che se anche in questa questione più grande di noi non troviamo la giusta misura e la giusta umiltà andremo a schiantarci ancora una volta contro le prime difficoltà che emergeranno. Ecco perché serve uno sguardo in avanti umile, saggio, intelligente. Uno sguardo che conosce anche in questo tempo il limite delle parole e delle azioni. Il papa dice: “La guerra è un’autentica follia… Non c’è alcuna alternativa sensata alla pace… “ quando nei convegni internazionali, nelle riunioni, tanti Paesi parlano di pace e poi vendono le armi ai Paesi che sono in guerra. Questo si chiama la grande ipocrisia.”. Sguardo in avanti è lo sguardo di preparare la pace costruendo la pace. E poi c’è la pace da costruire nelle nostre case, l’accoglienza del vicino con cui ho litigato, la vicinanza a tutti coloro che soffrono. Sguardo in avanti è lo sguardo che crea il futuro. Sguardo in avanti è la possibilità, anzi la necessità di avviare fin da ora, a partire dalle nostre vite, un cambiamento di rotta rispetto a tutte le dinamiche che generano conflitti. Sguardo in avanti è la potenzialità di un metodo, la non violenza, tutt’altro che passivo, ma capace di riorientare tutte le nostre energie verso una direzione che non sia più il potere, ma l’amore.