Mi accorgo che qui da noi alla cooperativa succede di frequente. Arriva qualcuno e la domanda di rito è: dove pranzi oggi? Sei da solo? E allora fermati qui. E sul tavolo ogni giorno compaiono numeri diversi di piatti. Succede così anche a tanti di voi. Soprattutto in questi giorni di feste e di ferie. E così anche per l’assunta ho avuto diversi inviti anche io. Ho scelto alla fine la soluzione più rapida, quella che mi permetteva di mettere insieme tutti i tasselli della giornata, compresa una visita a mia madre. L’altro giorno succede una piccola coincidenza che mette in moto una serie di pensieri. Vedremo dove mi porteranno questi pensieri e queste coincidenze. La questione è semplice: sulla tavola compare un piatto in più che rimane vuoto. E la coincidenza è questa. Sto leggendo un libro che ad un certo punto cita un altro libro. Vado a vedere la recensione; il libro in questione di cui leggo la recensione è il seguente: Una vita per l’autonomia e la libertà, Àgnes Heller, il Mulino, 1995. Nella recensione si parla di una sedia vuota. Ecco la coincidenza: la sedia vuota sulla mia tavola, la sedia vuota citata nel libro. Si parla di messianismo della sedia vuota. Di che cosa si tratta? Questa questione del messianismo della sedia vuota viene direttamente dalla bibbia, in particolare dal rito del Seder di Pesah, della cena pasquale, quando le famiglie ebree durante la cena di pasqua lasciano una sedia vuota perché Elia profeta potrebbe arrivare e annunciare la venuta del Messia. Così funzionava la notte di pasqua e così funziona ancora oggi. Bisogna lasciare una sedia vuota davanti al Messia. Cito direttamente dalle parole dell’autrice del libro: “ Chiunque si sieda su quella sedia, chiunque la occupi, è un falso Messia. Abbiamo avuto molte lezioni su questo nella storia recente; più volte abbiamo appreso che era giunto un nuovo Messia, che era giunto il momento della salvezza. Si è sempre trattato di un falso Messia. Dunque quella sedia deve rimanere vuota, quella sedia non si può togliere altrimenti il «rito sarà finito», lo spirito abbandonerà la comunità e «saranno le banalità a occupare l’immaginazione» – e lo stiamo vedendo sempre meglio” una sedia vuota a tavola che non può essere occupata in attesa del messia, colui che porterà giustizia e pace. mi sa che in tanti anche di questi tempi vogliono occupare quella sedia, che non diventa più la sedia del messia, ma del potere. In tanti oggi si attestano il nome di salvatore della nazione. Meglio lasciarla libera quella sedia. Ma come riconoscere il vero messia? Questo è un bel tema.
Anche a noi é capitato a Ferragosto, non avevamo altri ospiti oltre a mia mamma, perché i fratelli sono al mare, e lei ha apparecchiato con due sedie in più . E io ho fatto un gioco un po’ per provocazione un po’ per ricordare…chi vorresti in quelle sedie che non c’è più o é lontano…a vinto l’allegria e la presenza discreta e affascinante delle nonne, servizio e sorriso, le teniamo nel cuore ma le vorremmo accanto, sempre con una parola giusta, un consiglio disinteressato e un abbraccio immenso…cresco ma ricordo non per tornare nel passato ma per prendere ciò che é più bello e riportarlo nella mia vita e cercare di seguire i consigli. Grazie Don, ora la sedia vuota sarà sempre lì ad aspettare la persona più speciale e più umile che é il Servo di Gesù e aspettiamo anche te con tutto il cuore. Un abbraccio a tua mamma che sicuramente é come la mia nonna, forte e saggia, come te.