sabato 23 febbraio

di | 22 Febbraio 2019

giobbeGiobbe 42,7-9
7 Dopo che il Signore aveva rivolto queste parole a Giobbe, disse a Elifaz il Temanita: «La mia ira si è accesa contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe. 8 Prendete dunque sette vitelli e sette montoni e andate dal mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi; il mio servo Giobbe pregherà per voi, affinché io, per riguardo a lui, non punisca la vostra stoltezza, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe».
9 Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita andarono e fecero come loro aveva detto il Signore e il Signore ebbe riguardo di Giobbe.
Commento
Vorrei lasciare per il prossimo brano che sarà l’ultimo del libro di Giobbe un commento finale. Intanto prendiamo in esame queste righe. Siamo alla fine del libro e siamo come stupiti nel leggere: «Dopo che il Signore ebbe rivolto queste parole a Giobbe, disse a Elifaz di Teman: “La mia ira si è accesa contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe”». Qui, Dio diventa giudice tra Giobbe e i suoi “amici”, in un processo che Giobbe vince ma che non aveva mai chiesto né desiderato (lui aveva processato Elohim, non gli amici). E così Giobbe, prima rimproverato e zittito dal Dio onnipotente, ora diventa improvvisamente “il suo servo”, l’unico che ha detto cose “rette”. Nessun cenno alla malattia di Giobbe, alla sua ribellione, alla scommessa con il Satan. Giobbe per il suo comportamento per le sue parole diventa il giusto. mentre leggiamo questo Epilogo, che ci è arrivato come il dono di un’antica perla, non dobbiamo dimenticare il canto di Giobbe e, anche grazie ad esso, il canto-grido dei tanti Giobbe che non conoscono né sarebbero aiutati da quell’ultimo capitolo che ci riporta dentro la teologia retributiva degli “amici” di Giobbe. Giobbe è il solidale con tutte i sofferenti, con tutti i poveri del mondo. Non trova spiegazioni adeguate al mistero della sofferenza. Ma le sue parole raccolgono le parole di tutti i malati. Lui è il grande intercessore presso Dio dell’uomo sofferenza. E questo ci basta, sapere che di Giobbe ci si può fidare perché lui intercede per noi.

Preghiamo
Preghiamo per il papa e la chiesa.

3 pensieri su “sabato 23 febbraio

  1. sr rita

    ….non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe….
    Veramente Giobbe, interprete di tutti i sofferenti, di cose apparentemente non giuste ne ha dette e parecchie nei confronti di Dio. Dio che ha parlato poco durante questo libro, adesso esalta il suo Gobbe come non ci saremmo aspettati. Allora possiamo davvero gridare a Dio il nostro dolore, porci domande sul perché del dolore….senza che Lui ci disconosca. Preghiamo per quanti soffrono, per quanti gridano e non si sentono ascoltati e attesi. Preghiamo per il Papa e i vescovi riuniti per cercare di sanare le ferite della chiesa.

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  2. sr Alida

    Gridiamo al Signore il dolore ,la sofferenza dell’umanità , in particolare il dolore delle persone che conosciamo ,per il Papa e i vescovi riuniti ….

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  3. Elena

    Prego perché la preghiera di tutti i poveri, gli ammalati, i sofferenti, gli emarginati del.mondo trovino in Dio Padre colui che li sscolta, li comprende, li eleva…

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