sabato 16 maggio

di | 15 Maggio 2020

Lc 23,1-5

1Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato 2e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». 3Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». 4Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». 5Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui».

Commento

Ed ecco il secondo processo, quello di fronte a Pilato. Anche qui gli studiosi hanno cercato di capire bene come si è svolto, cosa è successo, quanta responsabilità ha Pilato e quanta ne hanno i sacerdoti del tempio. Io non voglio entrare in questa questione, perché non ne sono capace e non conosco. Voglio invece vedere il problema del processo a Gesù sotto un altro punto di vista. Le accuse che rivolgono i sacerdoti del popolo sono vere o false, sono accuse preparate apposta per far condannare Gesù? In apparenza sì. Serviva un capo d’accusa contro Gesù per la condanna a morte e quindi i sacerdoti e i farisei si inventano tutta una serie di false accuse. Ma c’è un elemento che può sembrare strano, ma che fa emergere la verità. Una verità diversa, ma una verità. Nelle parole di accusa dei sacerdoti e nelle domande di Pilato emerge chi è Gesù. Gesù è re. Ecco la verità che emerge. Quello del potere regale doveva essere un motivo di condanna diventa il motivo della verità su Gesù, che si limita semplicemente a ratificare le parole di Pilato: tu lo dici. Sappiamo bene che Gesù non è re alla maniera che intendono gli uomini, ma è re, e il racconto della passione ci mostrerà come Gesù è re. Interessante come una menzogna, fa emergere la verità. La differenza sta nel fatto che Pilato e i farisei quando pensano alla regalità pensano ad un potere, Gesù pensa all’amore di donazione. Una menzogna che nella persona di Gesù diventa verità.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i giovani

3 pensieri su “sabato 16 maggio

  1. Anonimo

    Gesù, un re che serve nella verità è nell’amore.un re di cui ci si può fidare.

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  2. sr Alida

    Difficile capire per la nostra società ed il nostro stesso cuore che un re non abbia poteri e si comporti come Gesù ,è che non l’ho scoperto ancora troppo vicino se no il mio pensiero sarebbe diverso ;certo è che Gesù è Re ,proprio perchè si occupa di noi ,ha cura delle cose e delle persone povere ,è degno del Regno ,poichè opera sempre per il bene :SA’ GOVERNARE NELLA GIUSTA CAUSA ;non per se stesso come capita per un re terreno …Voglio che diventi cammin facendo re della mia vita ,Mi unisco di cuore alla preghiera per tutti i giovani ,in particolare per Ilenia ,

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  3. Elena

    Il Re dei re… Non un re interessato al possedere, al potere, alla forza, alla violenza. Ma un Re che si fa servo, che vede, che comprende in Sé le passioni di ciascuno per elevarle al Padre. Un Re che raccoglie e che sconvolge con la Sua verità. Un Re che spaventa e disorienta chi nutre pensieri malvagi. Un Re vincitore sulla morte e sull’oscurità di ciascuno di noi. Un Re che effonde amore e perdono…. Poveri noi uomini e donne, penso spesso, racchiusi in un’idea di Dio talmente piccola da circoscriverne i confini… Si aprano i nostri occhi e le nostre menti su questo sconvolgente Gesù capace di prenderci per mano per portarci al Padre, attraverso la morte, ogni tipo di morte. Prego per i giovani, ricordo Ilenia ed Antonio.

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