gratitudine

di | 16 Maggio 2020

Dopo questa parola potrei anche chiudere con tutti i miei pensieri mattutini. La ritengo una delle parole chiavi della mia esistenza. Anche se non sempre  sono riuscito a vivere di gratitudine. Ieri qui in cooperativa è arrivata una coppia e ci ha portato la spesa. Poi ci ha detto che un’altra famiglia ci ha regalato del cibo. E poi le mie suore che mi aiutano ogni giorno con tante piccole attenzioni e poi ancora chi mi lava e stira e mia madre e mio padre che mi hanno pagato per anni il seminario e gli studi. E poi chi mi aiuta sistemandomi la macchina. Chi lavora e mi ha insegnato a curare le api e l’orto. Preti chi mi hanno insegnato ad essere prete donandomi tempo e fiducia. Piccoli grandi doni quotidiani, un’infinità di doni che durano da una vita e tantissima gente che mi ha sempre aiutato: da ragazzo, in seminario, a Presezzo, a San Gallo e San Pietro, al patronato, Capizzone, Berbenno, ed ora qui a Rosciano. Una lista infinita di doni. E poi ci sono i miei fratelli e i miei amici che hanno sopportato e sopportano il mio carattere, le mie storie, i miei guai, i miei sogni stravaganti di un mondo e di una chiesa diversa. Amici che mi hanno voluto bene, amici che un giorno mi han detto: ci hai sempre aiutato, vediamo che sei in difficoltà oggi tocca a noi aiutarti. Eppure io faccio fatica a riconoscere questa montagna di gratitudine. Vedo il canto Alto qui davanti a me e penso che tutto quanto mi è stato donato dalla vita, da Dio e dagli uomini e donne è cento volto più alto e maestoso del canto alto. Forse assomiglia di più ad un Everest, ad un perito moreno, il grandioso e immenso ghiacciaio della Patogonia, oppure al el capitan la maestosa montagna rocciosa di 2000 m scalata in stile free solo  da Alex Honnold (ci siamo gustati con emozione una sera io e don Roberto il documentario di questa arrampicata) . Insomma non so più quale immagine trovare per dire tutta l’immensità dei doni ricevuti. Joan Beaz cantava una canzone scritta e composta da Violeta Parra, una cantautrice cilena del 1917.  Il titolo era:  grazie alla vita e il testo dice così: “Grazie alla vita che mi ha dato tanto Mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto…. E il canto vostro che è il mio stesso canto E il canto di tutti che è il mio proprio canto”. La domenica quando don Roberto celebrava la messa al termine, prima della benedizione iniziava un lungo elenco di ringraziamenti, pronunciando nome per nome tutti coloro che voleva ricordare. Una volta mi sono permesso quasi sottovoce di dire: perché non ringrazi in una sola volta tutti insieme, così li ricordi tutti  e non dimentichi nessuno. A parte il fatto che non dimenticava davvero nessuno, la sua risposta è stata: dico i nomi di tutti così ricordo i volti di ciascuno e nei volti di ciascuno vedo il bene che mi hanno regalato. Non c’è bisogno di commento. Come vorrei ogni sera ricordare tutti i volti di chi mi ha donato vita!!! C’è un ultimo pensiero che mi preme dire e questo pensiero è per me l’essenza del cristianesimo. Noi usiamo questa parola grazia…. Ma la grazia non è la grazia ricevuta, ma il dono, la gratuità, il gratis di Dio sulla mia vita. Ti saluto o piena di grazia. Maria è piena di doni di bellezza. È graziata da Dio, come l’uomo è graziato da Dio, io sono graziato da Dio e quindi pieno di doni. Dico grazie a Dio alla vita perché mi ha graziato, mi ha donato. Sono andato a cercare una poesia di San Giovanni della croce che ricordavo vagamente eccola «Signore, io vedrò te e tu vedrai   me nella tua bellezza, in questa io mi vedrò in te e tu ti vedrai in me. Accadrà che io sembri te e tu, nella tua bellezza, sembri me, che la mia bellezza sia la tua e la tua la mia. Ed io sarò te e tu sarai me nella tua bellezza. Perché la tua stessa bellezza sarà la mia ed allora ci vedremo l’un l’altro nella tua bellezza» ma questa bellezza è la grazia, la gratitudine. Se questa è la parola vera, fondamento della mia vita: salvato per grazia e non per merito ritengo che posso anche chiudere qui queste parole quotidiane. ci penserò stanotte e poi vedrò che fare. Grazie e grazia

4 pensieri su “gratitudine

  1. Renzo

    Ciao, il leggere questi tuoi pensieri mi ricorda tanto un prete che ho avuto la fortuna di conoscere e di essere amico, parlo di don Sergio. Anche lui Non smetteva mai di ringraziare le singole persone. Io che sono un orso cerco di ringraziare le persone che amo con opere di gratitudine, non so se ci riesco sempre ma ci provo
    Ma in questo caso Grazie a parole

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  2. Cristina

    Un po’ mi dispiacerebbe se queste fossero le ultime “parole quotidiane”. Sono diventate un po’ un appuntamento e un momento di riflessione. Ma qualunque sia la tua decisione don GRAZIE per questi tuoi momenti di condivisione e di crescita comunitaria

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  3. se rita

    Grazie e Grazia. Una sintesi bellissima di cuori che incontrano IL CUORE.

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  4. sr Alida

    C’è una frase che mi piace tanto “Grazie è la memoria del cuore “Oh si ,che dovrei ringraziare di più ,grazie.don.

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