sabato 14 marzo

di | 13 Marzo 2020

Lc 16,1-9       

1Diceva anche ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. 3L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. 4So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. 5Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. 6Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. 7Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. 8Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. 9Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

Commento

Finito con le parabole della misericordia Gesù inizia una nuova serie di parabole. Dobbiamo dire che la fantasia del Signore a creare storie, parabole è unica e straordinaria. E così attraverso parabole egli insegna. Che cosa insegna oggi?  Quale è la giustizia che ci viene consegnata? Quale è la prospettiva che ci lascia Gesù? è ancora una volta la misericordia. La giustizia della misericordia. Evidentemente l’accusa rivolta all’amministratore è reale ed egli sarà sicuramente licenziato una volta che arrivi la resa dei conti:  Disonesto, ma “scaltro”, egli si procura il benvolere e la riconoscenza dei debitori del padrone, diminuendo la loro parte di debito: per riconoscenza, questi lo accoglieranno nelle loro case. Ora, tale “ingiusta giustizia”, questa “giustizia disonesta”, viene chiesta a noi, come veniva chiesta dal padre al fratello maggiore nei confronti  del fratello dissipatore. Quindi, la meraviglia della parabola è la consegna a noi della misericordia divina!  Dunque, è la richiesta da parte del Signore a che noi esercitiamo la sua stessa misericordia, e il potere di farlo in suo nome! La ricchezza è disonesta se e quando non è data. Tutta la giustizia farisaica impersonata dal fratello maggiore del prodigo è un patrimonio non comunicato e non dato. E’ una giustizia che condanna. La giustizia divina è invece salvifica. Gesù non è venuto per condannare, ma per liberare e per salvare

Preghiamo

Preghiamo per tutti noi e i nostri amici

3 pensieri su “sabato 14 marzo

  1. Sr Rita

    Che la nostra giustizia sia piantata nel cuore misericordioso del Signore ricco in tenerezza. Preghiamo gli uni per gli altri in questa epidemia che ci fa tutti ugualmente fragili e timorosi.

    Rispondi
  2. Elena

    Ho fatto sempre un po’ fatica a comprendere la logica di questa parabola. Ma una cosa è certa, la misericordia del Signore è così grande da riconoscere qualcosa di bello anche nel nostro essere tanto piccoli e a volte meschini.
    Preghiamo insieme e vicendevolmente perché ciò che sta accadendo ci faccia riscoprire tutti ugualmente bisognosi di misericordia e di accoglienza.

    Rispondi
  3. sr Alida

    MI UNISCO DI CUORE ALLE NOSTRE INTENZIONI PER IL TEMPO PRESENTE E COMUNQUE NON CI PORTI VIA LA SPERANZA E LA FORZA DEL CAMMINO

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.