qoelet 12,1-8
[1]Ricòrdati del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo alcun gusto»,
[2]prima che si oscuri il sole,
la luce, la luna e le stelle
e ritornino le nubi dopo la pioggia;
[3]quando tremeranno i custodi della casa
e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano,
perché rimaste in poche,
e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
[4]e si chiuderanno le porte sulla strada;
quando si abbasserà il rumore della mola
e si attenuerà il cinguettio degli uccelli
e si affievoliranno tutti i toni del canto;
[5]quando si avrà paura delle alture
e degli spauracchi della strada;
quando fiorirà il mandorlo
e la locusta si trascinerà a stento
e il cappero non avrà più effetto,
poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna
e i piagnoni si aggirano per la strada;
[6]prima che si rompa il cordone d’argento
e la lucerna d’oro s’infranga
e si rompa l’anfora alla fonte
e la carrucola cada nel pozzo
[7]e ritorni la polvere alla terra, com’era prima,
e lo spirito torni a Dio che lo ha dato.
[8]Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
e tutto è vanità.
Commento
Siamo all’ultimo capitolo, all’epilogo del libro. I giorni tristi sono quelli della vecchiaia intercalati da quel prima, che con la conclusione: e lo spirito torni a Dio che lo ha dato. In questo ultimo capitolo si parla per la prima volta di Dio. e qui mi soffermo. ricordarsi del Creatore non è un pio invito a non peccare, che correggerebbe in senso molto moralistico le troppo ardite affermazioni dei versetti precedenti. Proprio di fronte alla certezza della vecchiaia e alla inevitabilità della morte, ricordarsi del Creatore significa imparare a gioire della vita che quel Creatore ha dato. Tale invito a gioire, rivolto ai giovani, non è una triste esortazione al godersi una vita troppo breve, prima che sia troppo tardi. La gioia fondata sulla memoria di Dio proprio creatore e coltivata nei tempi pieni della vita, costituisce l’unica possibile azione rispetto alla ineluttabilità dei tempi bui a venire, dei guai di vecchiaia e di tutti i mali possibili. Dio non è presentato come nemico della gioia, ma come amico e custode della vera e autentica gioia, ne è addirittura la fonte. Ironia delle parole ma non dell’esistenza: «una vita che vale la pena che sia vissuta» – «Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza» è così un consiglio che nasce da una certezza che rivela quanto Qoèlet sia profondamente ancorato nella fede del suo popolo: nel pensiero della sua fine l’uomo scopre così il progetto iniziale di Dio e ritrova, almeno in parte, la gioia; la vita vale perciò la pena di essere vissuta, nonostante la cruda realtà della vecchiaia e della morte, perché comunque è dono di Dio. Il ricordo del Creatore è il motivo migliore per continuare a vivere.
Preghiamo
Preghiamo per Marco.
Nella tua giovinezza ricordati del tuo Creatore..Far memoria ..custodire .. ringraziare .e ritrovarsi nel Signore è di tutte le età….è vero che il tempo va riempito di memoria e di presenza….
Un conto è vivere ,un conto è vivacchiare .Scoprire che la vita in tutti i suoi aspetti è dono …Donaci di non sciupare nessun tempo insieme a questo dono per Marco e per tutti i giovani perchè scoprano il senso vero della vita . un ricordo ancora per il popolo.Brasiliano
«Non ci provo alcun gusto». Sono nell’età della vecchiaia. Ascolto con interesse quello che dice Qoelet. Non mi ci ritrovo molto, per ora. Il trovare gusto o non trovare gusto non è sempre questione di aver perso le capacità( a tutti i livelli). C’è gente che non trova gusto in niente a qualsiasi età. E c’è gente che gode di tutto anche nella vecchiaia. La relazione con Dio, cui accenna Don Sandro, è il filo rosso che permette di gustare tutto, anche nei momenti in cui cadono i denti, si perde la vista, scompare il piacere sessuale e così via. Dico grazie a Dio per tutto quello che mi ha dato e per quello che, un po’ alla volta, si riprende.
Prego per Suor Cinzia che ieri ha compiuto gli anni. La sua vita sia piena di gusto.
Provar gusto, provare gioia, ritrovare nel Signore il pieno senso di ogni cosa che siamo, che facciamo, che viviamo…. a qualunque età e condizione, in qualunque tempo, è vivere fino in fondo il dono della vita.
Preghiamo per chi è anziano ed ha perso ogni gusto per la vita, ma anche per chi lo mantiene con la leggerezza e la freschezza, e la saggezza, nonostante l’età. Una preghiera per Marco.