rinascere nel corpo

di | 16 Aprile 2023

Il nostro corpo è pieno delle nostre ferite. Io ne porto alcune delle cadute in montagna o delle cadute in bicicletta. La maggior parte di esse sono dovute alla mia superficialità e imprudenza o voglia di mostrare di essere il migliore. Poi mi porto nel corpo altre ferite, quelle sono più dolorose da rimarginare, ma soprattutto più dolorose da sopportare in alcuni momenti della mia vita. e a volte riemergono e fanno male. Poi ci sono le ferite della malattia. Parlavo con una signora che ha perso tutti i capelli e mi diceva che fatica guardarmi allo specchio. È  una grande ferita che difficilmente  si riesce a comprenderne il senso. Don Roberto era diventato esperto di ferite del corpo. (se non sbaglio in questi giorni ha compiuto gli anni e ci saluta dal cielo). Le sue ferite del corpo le aveva tutte lì davanti agli occhi, stampate nel suo corpo malato. Ciascuno di noi porta le sue ferite e le sente tutte nel suo corpo . Anche Gesù portava le sue ferite e le mostra a tutti noi, sono le ferite dei chiodi della croce. Sono ferite che sono segno della sua misericordia. Sono le sue ferite che incominciano a sanguinare quando Egli, quel Dio che è Padre, vede il male e le ingiustizie del mondo. Sono lì, le nostre ferite a testimoniare il nostro dolore, il male subito, il male fatto.  Mi chiedo se un corpo ferito può rinascere o meglio che lezione si può trarre dalle nostre ferite. Immagino così. La lezione che impariamo non è quella che dice che il dolore esiste e che si insinua nel nostro corpo, questa osservazione è banale, perché sappiamo bene che il dolore esiste. La vera lezione che possiamo imparare secondo me è questa: dipende da noi rinascere con le ferite di del nostro corpo. Dipende da noi non rinunciare a vivere, dipende solo da me ballare un walzer con le mie ferite. Don Roberto diceva così: non chiedo al Signore o Maria o a qualche santo di guarire, ma di portare con dignità la mia malattia. Questo è un modo per far danzare come in un walzer il dolore e la ferita. Un grande teologo come il card. Henri de Lubac affermava che «il dolore è il filo con cui è tessuta la stoffa della gioia». Certo, con l’angoscia si può precipitare in un baratro in cui ci si sfracella, perdendo ogni vita e speranza. Ma è possibile anche rendere l’angustia una via di purificazione, di trasfigurazione e persino di glorificazione. Questo forse vuol dire rinascere nel corpo

2 pensieri su “rinascere nel corpo

  1. srAlida

    Grazie don anche da me Forse rinascere nel corpo possa anche dire far diventare le ferite feritoie da cui trarre speranza.

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