Sono fragili, ma la fragilità può essere la loro arma vincente. Sono complicati, ma hanno tutto il tempo per semplificare la vita. Cosa che magari nemmeno noi adulti siamo riusciti a fare. sono carichi di entusiasmo, ma a volte inciampano subito e fanno fatica a rialzarsi. Sono loro, il mondo dei giovani, il mondo futuro. sono i giovani che tutti noi adulti diciamo di valorizzare; ma alla fine non ci decidiamo mai a mollare la presa. Lo dico sempre anche io: ti affido questa responsabilità, ti chiedo di fare questa cosa. Ma poi quando arriva il dunque, mi perdo e non mi quadra mai il modo con cui i giovani fanno le cose. Non è che non mi fido, non è quello il problema vero. Forse è solo paura di mollare qualcosa che è un po’ mio. Se penso ai nostri adulti e anziani che hanno costruito un mondo… come pensare di cederlo ai giovani così senza rimpianti, senza problemi, senza paure. Ma so che il passaggio è da fare, altrimenti da questa storia non ne veniamo più a capo. O regalo responsabilità oppure me la tengo. Devo decidermi. E allora quando arrivo al dunque incomincio a dirmi: e se poi tutto non funzionerà nel migliore dei modi? Sono giovani non hanno esperienza, quindi è meglio accompagnarli per un po’, che poi corrisponde al faccio tutto io ancora. Ricordo che avevo 24 anni. Ero diventato prete da qualche mese e il giorno che ho fatto l’ingresso in parrocchia mi sono ritrovato con il mio parroco ricoverato in ospedale. Mi sono dovuto arrangiare ed in qualche modo me la sono anche cavata in mezzo ad un sacco di errori. E allora perché non lasciar provare anche a loro, ai nostri giovani. Qualcosa faranno in mezzo ad un sacco di errori come ne abbiam fatti tutti. Non so che cosa ci frena. Vogliamo un mondo diverso, ma abbiamo paura a lasciare quello vecchio, affidando ad altri il nuovo. Non ce la faccio proprio a fare questo passaggio. Forse le mie dichiarazioni sui giovani sono solo dichiarazioni di intenti. Certo, i giovani non hanno il mio stesso pensiero, i miei stessi valori e quindi come pensare di lasciare un pezzo di mondo a loro? E se poi lo cambiano troppo rispetto al mio modo di pensare e di essere? Ma perchè non provare a dare in mano a loro un pezzo di mondo, magari cominciando dal mio piccolo pezzo. In questo strano tira e molla tra responsabilità data e responsabilità trattenuta chi ci va di mezzo non sono ne i giovani ne gli adulti, ma il mondo stesso, che rimane come fermo nel suo immobilismo. Chissà quando riuscirò a fare questo passo e, quando finalmente riuscirò a farlo, il mondo si metterà di nuovo in movimento.
Ciao e buona giornata.
Forse sarebbe sufficiente che noi adulti o anziani tornassimo “saggi” e dispensatori di consigli e non giudici. Io ricordo dei miei nonni
e di mio papa che mi dicevano fai così e fai cosà… ma poi mi facevano/lasciavano fare. Vorrei fare l’anziano saggio, ecco, se mi rivolgo al buon Dio di sicuro mi dà una mano, grazie.
Un passo indietro occorre farli per il bene di tutti… un passo indietro nel fermarsi a riflettere e ascoltare altri che possono portare avanti una loro idea… ascoltare… riflettere poi agire ma in circolo…il più possibile. Necessario questo passo indietro per dare spazio a chi non ce l’ha. Poi camminare a fianco e aiutare…con tanta pazienza.
Un passo indietro occorre farli per il bene di tutti… un passo indietro nel fermarsi a riflettere e ascoltare altri che possono portare avanti una loro idea… ascoltare… riflettere poi agire ma in circolo…il più possibile. Necessario questo passo indietro per dare spazio a chi non ce l’ha. Poi camminare a fianco e aiutare…con tanta pazienza.
Siamo tutti fratelli, ci ripete il Papa nella sua nuova enciclica. Quindi tutti parte della stessa famiglia, responsabili della famiglia umana, orientati e lasciati liberi dallo stesso Padre. Spazi che di sprono er tutti. Spazi non trattenuti. Un cammino di futuro. Grazie Don Sandro per ricordarcelo con le tue riflessioni.