Oggi uno dei cavalli che abbiamo qui da noi per qualche giorno per mangiare l’erba del nostro prato è uscito dal recinto. Non ha combinato grandi guai però è uscito ed è finito nell’orto. I cavalli mi piacciono. Alti, slanciati, sembrano statue di tipo classico. Si muovono con eleganza. Per la verità preferisco gli asini, mi assomigliano di più. Sono testardi come me, con un andatura un po’ goffa, con gli occhi umili e buoni. Mi sento più asino che cavallo. Non ho l’eleganza del cavallo, ma la irragionevole andatura dell’asino, soprattutto nella vita questa andatura irragionevole si vede ben chiara. Più che una statua di stile classico, sono uno di quei capitelli tozzi delle cattedrali medievali che se ne stanno lì raggomitolati a tenere su la cattedrale. Si, sono più asino che cavallo. Magari con gli occhi umili e buoni, ma duro di cervice che non sente ragione quando fissa una cosa. Oggi ho pensato a quel cavallo elegante che se ne è uscito dal recinto per fare un giro. Mi sono detto: non poteva stare tranquillo nel suo recinto che mi dava meno traffico e lavoro? Se stava nel suo recinto io me ne stavo lì seduto nel prato a guardarlo e a dire, ma che bel cavallo! Ed invece mi tocca correre per farlo rientrare nei ranghi. E così sono io: la gente mi dice, ma che bravo che sei fino a quando sto in quel recinto che è la normalità della vita. Appena me ne esco un attimo e salto il recinto della normalità ecco che divento come quel cavallo: l’ ha fatto ancora, non ce la fa proprio a stare nella normalità della vita, della vita del prete. E allora si affannano per farmi rientrare nel recinto della normalità. Io per un attimo rientro e poi scavalco ancora il recinto. Lo so che tutti quelli che mi vogliono far rientrare nel recinto anche in questi giorni lo fanno perché mi vogliono bene. Ma io ho bisogno di saltare il recinto della normalità della vita del prete. Eppure non mi sento come il cavallo che oggi ha scavalcato il recinto, ma come un asino che fa un passo alla volta, con calma, con tranquillità fino a quando trova quell’erba buona da mangiare. Giro e rigiro come un asino, finché non trovo il prato giusto per me. non sono uno che salta i recinti, ma uno che cerca il suo pascolo di erbe verdeggianti. E magari qualcuno che sta sopra di me e dentro di me, che è mio pastore mi sta conducendo a questo pascolo di erbe verdeggianti. So che quel prato di erbe verdeggianti non sta nel recinto normale, ma sta fuori dal recinto. Eppure io da asino crapone vado proprio verso quel prato verdeggiante fuori dal recinto. Non tribolate per farmi rientrare, lasciatemi andare.
“Non tribolate per farmi rientrare, lasciatemi andare.”
Tanto sarebbe inutile… Meglio darti una mano a trovare il pascolo cercato.