Continuo la descrizione e il semplice commento alla beatitudine che dice beati i poveri. Siamo di fronte ad un principio sovvertivo, ad un pensiero che sovverte una logica. Cerco di spiegarmi così: qui da noi, dalla parti di Rosciano tutto sovverte l’ordine normale delle cose. Guardo le mie piante e qualcuno mi dice che per produrre tante prugne devono essere potate e strutturate diversamente. La stessa cosa con l’orto, così come è strutturato non va molto lontano. Se poi penso a chi sta con noi. A parte qualche eccezione, poi per il resto l’ordine del lavoro è ribaltato. La mia amica Valeria dice che così non si va da nessuna parte. Certo se il criterio è quello del vendere tanto, sono d’accordo con la mia amica Valeria, così non si guadagna. E allora lei dice che io sono fatto per fare assistenza. Non sono d’accordo: io non faccio assistenza. Con quello che stiamo facendo qui è altro: noi abbiamo sovvertito, girato a gambe in aria un principio che sta alla base della nostra società e della nostra economia: quello del merito, della bravura, del capace. Le beatitudini mi hanno insegnato che si può pensare e agire diversamente. Per costruire la città dell’uomo il vangelo non mette al centro i grandi costruttori che riempiono le città di cemento. Quasi tutte le sere passo davanti al cantiere di cemento infinito che è il chorus live di Bergamo. Dicono che è il futuro della città. Bellissima cosa, ma, mi chiedo, chi avrà la forza di far funzionare tutta questa immensità di costruzioni? Domanda che rivolgo ad un amico che se ne intende, che mi risponde: ci vorrà un grande investitore estero o italiano che ha un sacco di soldi da investire. Ecco le beatitudini sovvertono questo ordine, disegnano città in un altro modo. Rosciano non sarà mai una colata di cemento, non verrà mai consegnata ad un grande investitore (almeno fino a quando ci sono io). Le beatitudini disegnano città mettendo al centro poveri, malati, tutti gli anelli deboli della grande storia dell’umano. Qui a Rosciano, ,sovvertendo l’ordine normale delle cose e dichiarando beati i poveri, mettiamo al centro lo scarto, la parte debole, la pietra scartata dai costruttori, la pietra scartata dal cantiere, l’asse da ponte che viene scartato, il pezzo di legno che ci regalano e che ci dicono: mettilo nel fuoco e che invece recuperiamo. Per noi la beatitudine dei beati i poveri ha sovvertito l’ordine naturale delle cose: lo scarto sta al centro. Anche una padella usata e scartata può stare al centro. Sovvertire un ordine con le beatitudine. Come fate a stare in piedi mi chiede uno. Ve lo racconto alla prossima puntata.