Il tempo è davvero inclemente. Siamo passati dalla tanta neve al freddo e adesso all’acqua che non smette di scendere dal cielo. Poi, ci dicono gli esperti, ancora freddo. Difficile organizzare i lavori. Per tanti motivi: per gli spazi da rispettare, per i lavori da inventare all’interno, perché rimangono indietro dei lavori da fare all’aperto. Ad un certo punto ieri la nebbia ha coperto tutto e non vedevo più nemmeno gli alveari. Ho pensato a come stavano le api, chissà se stanno bene e se sono serene. Faraone gira a vuoto e dorme, non può fare i suoi giri di ispezione, i ragazzi sono tentati dal divano di casa e tutto un po’ si rallenta. Non voglio fare la solita lamentela del tipo quando c’è sole voglio acqua e quando c’è acqua voglio sole. Non mi interessano questi discorsi lamentosi. Piuttosto mi è venuta in mente quella frase del vangelo che dice: “Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?” che cosa mi suggerisce questo tempo invernale? Che cosa mi dice di questi segni dei tempi. La prima cosa che mi viene in mente è che tra freddo e covid, pioggia e neve rischiamo di rinchiuderci in casa in maniera malinconica. È come se a volte mi rassegno un po’ e mi dico: che cosa posso fare? niente e quindi stai tranquillo. Malinconia e incapacità di reagire. Forse domani quando sarà tutto passato troverò difficile ripartire come prima. Questo tempo meteorologico e da pandemia rischia di bloccare non solo l’economia, ma la creatività di tanti noi. Poi questa acqua che scende dal cielo, questa nebbia, questa neve e freddo, mi suggeriscono che il senso dell’esistere, il cammino dell’uomo, la grande passione dell’uomo è caduta in un lungo letargo. Lo vedo in tante piccole cose. Anche solo le riunioni in remoto. Non è solo questione che non ci si vede in presenza, a me sembra che sono un po’ tutte spente. Come si sta spegnendo l’umano che è la cifra della presenza dell’uomo su questa terra. E per finire: un inverno così lungo, un tempo così lungo di pandemia chiede una resistenza nella speranza molto forte. Quando non si vede arrivare la primavera o quando questa ritarda diventa ogni giorno più difficile pensare che la gemme delle piante torneranno a sbocciare, che le api si sveglieranno, che l’orto tornerà a fiorire. Quando i tempi dell’attesa si allungano è difficile continuare a cercare energia per andare avanti. Credo che siamo un pò al lumicino , ma credo che dobbiamo andare a cercare tutte le minime riserve di energia perché il tempo invernale sarà ancora lungo. Non soltanto dovremo trovare i residui di quell’energia che ci serve per andare avanti, ma dovremo avere tanta sapienza per saper dosare le poche energie rimaste per arrivare in fondo a questo lungo inverno, altrimenti rischiamo di finire tutte le scorte prima che arrivi la primavera. E rimanere senza scorte di energia di questi tempi non è proprio simpatico e bello.
Penso che questa sia la riflessione che più mi aiuta, in questi tempi, don Sandro, e a mio parere, quella che più fa trasparire il suo aver vissuto accanto a don Roberto. Buon tutto e grazie.