scusate se ieri non ho critto niente ma è stata una giornata un pò complicata. arrivo adesso. e scrivo così: Serve anche un pensiero per poter decidere e poi voler attuare la decisione. Non basta l’intuizione, non basta il sogno e nemmeno il desiderio, serve il pensiero che orienta la volontà. È come se sono chiamato ad elaborare qualcosa, una conoscenza, un volere un impianto etico che mi permette con la volontà di andare in una certa direzione, di scegliere e di agire il bene. Anche qui vorrei aprire una lunga discussione sul come oggi pensiamo. Soprattutto su due fronti: il contenuto del pensiero e il metodo con cui pensiamo. Il contenuto del pensiero: è innegabile che è legato alla coscienza di ciascuno, ma è anche innegabile che per certi versi oggi è un pensiero che soprattutto la dove vengono decise le sorti dell’umanità si muove in una direzione ben precisa che è quella dl profitto, della guerra, di quello che viene chiamato il principio di sicurità, cioè quel principio che afferma che più controlli, più inasprisci le pene, più condanni, più ottieni sicurezza nelle città. Il pensiero generale si muove in questa direzione. È chiaro che non è tutto così, certo è un pensiero che domina e che prende bene. Il secondo tema legato al pensare è il metodo con cui pensiamo. Basta leggere? Basta accumulare corsi? Basta invitare l’esperto di turno? Io credo che tutto questo serve, ma non è sufficiente. Credo che è necessario anche creare le condizioni per ascoltare, dialogare, mettere in circolo pensieri e idee. Credo che oggi abbiamo bisogno più di narrazioni che di insegnamenti, di testimoni che di esperti. Abbiamo bisogno di creare luoghi di condivisione del pensiero. E per finire il pensiero oggi ha bisogno di essere continuamente rilanciato, detto. L’autore del libro di Qoèlet scrive così: c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare; questo è il tempo per parlare.