Ce ne sono un’infinità di parole incompiute nella mia vita. ne parlavo ieri con uno che mi diceva che secondo lui io avevo fatto un sacco di esperienze. secondo lui io ho provato a fare mille cose interessanti. Io dico invece un’altra cosa: ho provato, ho cercato; a volte ho provato cose meravigliose, cose che mi hanno riempito la vita, che hanno dato senso e pienezza alla mia quotidianità. Cose belle davvero. E ringrazio tutto coloro che mi hanno dato la possibilità di sperimentare tutte queste cose belle. Altre volte invece ho sperimentato l’errore, la fatica, oserei dire la fragilità della mia vita. in questo caso non devo far altro che riconoscere che non sono stato capace di volgere la mia vita al bene. E quando sento questa fragilità sento tutta la mia incapacità. È vero ho provato tante esperienze, ma tutte queste esperienze, sia buone che fragili hanno un tratto ben preciso, quello dell’incompiutezza, della finitudine, del non portato a termine. Mille cose avviate e nessuna portata a termine, direbbe mia madre. Io mi giustifico dicendo che in fin dei conti l’incompiutezza fa parte della vita, che è interessante provare mille esperienze. Ma non è così. È vero il contrario. È vero che sento dentro di me come tante parole incompiute. È come non essere capace di stare fermo, stabile, resistente su un qualcosa di solido. Parto con una cosa e poi ne invento un’altra. Devo dire che in questi ultimi anni ho come cercato parole compiute e forse ci sono in parte riuscito. Oggi so bene che esistono parole irrinunciabili che rendono stabile la mia vita. Certo rimango con le mie parole incompiute. Chissà quando troverò la pienezza di quelle parole. Per come sono fatto io credo che sarà gran difficile trovare parole compiute. Rimarrà un tratto di me quello delle parole incompiute. Aggiungo solo una piccola cosa: oggi le parola incompiute non mi agitano più come una volta. Ci sono e le vivo.