ospitare i pellegrini

di | 19 Febbraio 2021

Abbiamo capito ormai che nelle opere di misericordia non viene messo in luce solo un modo per fare della buona assistenza. Qui viene messo in gioco il modo di pensare la carità, la giustizia, la convivialità. Nelle opere di misericordia noi mettiamo in gioco un preciso stile di vita, un modo di essere fratelli, una giustizia sociale e un economia di comunione che può cambiare il mondo. Le opere di misericordia ci liberano dal consumare, dallo scarto, ci fanno entrare in piena comunione con il creato e l’umanità. Prendiamo l’opera di oggi. Ospitare i pellegrini. Sono stato pellegrino in tanti pellegrinaggi, da solo, in bici a piedi, con amici, con gruppi e sono sempre stato accolto volentieri. Forse una sola volta mentre andavo a Roma ho fatto po’ più di fatica a trovare un alloggio, ma è successo solo una sera. Per il resto sempre accolto. Del resto avevo le mie garanzie che mi coprivano bene le spalle. La credenziale, ero italiano, dicevo che ero un pellegrino che andavo in pellegrinaggio a… l’unica garanzia che non volevo usare era quella di dichiarare che ero un prete. Era un lasciapassare troppo efficace e allora evitavo di dirlo. Poi magari il discorso veniva a galla. Ma al momento della presentazione sicuramente non lo dicevo. Questa opera di misericordia era pensata per i pellegrini. Oggi preferisco chiamarla: ospitare lo straniero. Capite bene che un conto è ospitare un pellegrino che magari ha già chiamato al telefono, un conto è ospitare nella tua città lo straniero. Qui si apre un mondo di incomprensioni, di fatiche, di paure. Forse questo grande tema dell’immigrazione, dell’accoglienza, richiede una buona preparazione e una grande forza interiore. Non si improvvisa, non si procede ognuno a proprio modo. Così si fa del male all’immigrato e a chi sente il dovere di accogliere. Sono per l’accoglienza piena, ma fatta con sapienza e umanità. Sono contro i decreti sicurezza del buon  ex ministro che hanno generato più insicurezza e confusione. Ma sono anche convinto che questo è uno di quei settori della vita sociale in cui è proprio necessario fare squadra. E poi ci sono tutte quelle famiglie che accolgono figli in affido, in adozione. Che bello vederli che hanno capito che serve lavorare insieme, che serve capire, formarsi, confrontarsi, raccontarsi. Che bello sapere che tanti di loro si aiutano e si sostengono a vicenda. Anche questo è ospitare il pellegrino. Da parte mia vi garantisco che la porta di casa  è sempre aperta. Ho capito che da solo in questa cosa non posso farcela e allora ecco che mi lascio aiutare da tanti amici e persone che ci vedono indaffarati ad ospitare il pellegrino e il povero. e dico grazie. Di fronte allo straniero che è tra noi, all’immigrato che ci scomoda, io mi pongo questa  l’elementare domanda: come potrebbe essere possibile respingere lo straniero e continuare a pregare il Dio che rende giustizia all’orfano e alla vedova, ama lo straniero e gli dà pane e vestito? Come affrontare il giudice giusto che ci chiederà conto: “ero straniero e non mi avete ospitato” (Mt 25,43)?

Un pensiero su “ospitare i pellegrini

  1. MARIKA

    A questo proposito, ho rivisto ieri sera un bellissimo film del 1957 che si intitola “La parola ai giurati”. Aiuta sicuramente molto a riflettere su ciò che è pregiudizio e verità, su menefreghismo e prendere posizione, su ciò che è imposizione e ciò che è la giusta discussione, il contraddittorio. Abbiamo ancora molto da imparare e da mettere in pratica di tutto questo ancora oggi. Buona giornata nel Signore.

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