nostalgia

di | 4 Maggio 2020

Ieri mi ha preso la nostalgia. Non so bene per che cosa. Se è vero che la nostalgia è il dolore del ritorno ed anche la tristezza e la malinconia per la mancanza di persone, paesaggi, vicende che ho vissuto in un tempo lontano, mi chiedevo che cosa provocava in me il dolore del ritorno. In fin dei conti sto bene, ho vissuto anche io la fatica di questi giorni drammatici, ma ho cercato anche di rimanere a galla, anzi di vivere bene. E allora? Che cosa è lontano nel tempo che voglio rivivere oggi? Che cosa mi provoca tristezza e gioia insieme. Si perché il ricordo di un tempo passato provoca dolore perché non c’è più, ma anche  gioia perché  il ricordo di quel tempo mi fa rivivere delle cose belle che ho fatto. Forse il segreto della mia nostalgia sta in questa frase tratta dal libro l’arte della guerra: “Al mattino presto, il morale è più alto. Durante il giorno s’abbassa. A sera i pensieri volano a casa. È vero sono partito la mattina carico di voglia di fare, poi ho incominciato a ruminare in miei pensieri, e alla fine guardando al paesaggio davanti a me, in quel di Rosciano il pensiero è volato a casa, cioè è volato ad una domanda: dove Signore? Dove è il mio futuro? Dove è la mia fede in te? Dove è la mia casa? E il dolore del ritorno mi ha spinto ad andare all’Agro per rivederlo un attimo. So che è stato un errore clamoroso, ma non ce l’ho fatta a resistere. L’agro, La mia casa, la nostra casa di fraternità, dove le nostalgie, i pensieri, le questioni si stemperavano e diventavano sopportabili. Forse non dovevo tornare lì, ma la nostalgia, il dolore del ritorno per un attimo ha preso il sopravvento e ci sono tornato. Alla mia casa. Ho cercato in un grande conoscitore dell’animo umano come sant Antonio del deserto un pensiero e ho trovato questo: “Qualcuno chiese all’abate Antonio: “Che cosa devo fare per piacere a Dio?”; il vecchio rispose: “Dovunque tu vada, devi sempre avere Dio davanti agli occhi; qualunque cosa tu faccia o dica, che sia sempre secondo le testimonianze della Sacra Scrittura; in qualunque luogo tu abiti, non te ne andare con troppa facilità. Osserva questi tre precetti e sarai salvo”».  Quando mi prende la nostalgia devo cambiare domanda: non dove sono, ma perché sono qui oggi. Perché ho davanti a me sempre la scrittura sacra? perché voglio vivere e testimoniare la scrittura?  perché non voglio abbandonare il luogo dove vivo, lavoro, abito, con troppa facilità, cioè con la facilità di chi prova il dolore del passato, perchè rimanere stabile nel presente? Non ho grandi risposte a tutte queste domande, so che se voglio uscire dalla nostalgia devo rimanere saldo in quello che sono e che mi circonda.

3 pensieri su “nostalgia

  1. sr rita

    Nostalgia. SAUDADE, diciamo noi qui in Brasile. Un insieme di tristezza, affetto, memoria, desiderio di incontro…E’ uno stato d’animo buono, dice sensibilità e affetto. Può essere SAUDADE di quello che si è perso, ma anche di quello che aspettiamo che accada.

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  2. sr Alida

    Nostalgia di quegli albori che mi hanno messo in questo bel cammino,vorrei avere la stessa vivacità , lo stesso canto ; nostalgia di qualche tempo a cui non ho dato il valore che meritava,e mi dico che forse l’ho perso …e mi spiace non averlo vissuto a modo …Ti prego Signore , recupera tutte le nostalgie ,rinnovando ogni giorno il cammino.

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  3. candidanoise

    Io vivo perennemente con la nostalgia addosso, a volte neanche so di cosa. Spesso la provo nei confronti di situazioni mai esistite o persone incontrate per caso…ma mi ha sempre aiutato a scrivere e per questo ormai la considero una sorta di compagnia di avventure
    O una musa ispiratrice 🙂

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