merfoledì 15 aprile

di | 14 Aprile 2020
I discepoli di Emmaus – Arcabas

Dal Vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Commento

Il racconto dei discepoli di Emmaus è ben conosciuto. Quei discepoli che tornano con il volto triste dopo la morte di Gesù hanno perso ogni speranza e tornano alle loro vecchie occupazioni. Invece di sperare hanno come rinunciato alla speranza. Quei discepoli possiamo essere tutti noi, quando rinunciamo alla speranza e di conseguenza rinunciamo a lasciarci trasformare dalla parola del Signore. In questo caso noi possiamo dire che viviamo un vangelo a metà. Magari bravi nei riti, nella carità, ma incapaci di illuminare i riti e la carità con la parola del Signore che offre il senso del nostro cammino. Ma Gesù non è un ricordo finito, Gesù cammina accanto ai discepoli, cammina accanto a noi. Gesù ci illumina con la sua parola spiegata e che infiamma il cuore. Gesù rimette in movimento la speranza. I discepoli di Emmaus si sentono finalmente vivi quando riconoscono Gesù nello spezzare il pane. Quello che questo racconto mette in evidenza non è un processo di introspezione, di ricerca di sé stessi,  ma un cammino di ricerca e di incontro con il Signore risorto. Noi dobbiamo metterci nella stessa scia dei discepoli di Emmaus e non cercare solo noi stessi, ma noi stessi nel Cristo risorto.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i malati, per tutti coloro che ci hanno chiesto una preghiera e un ricordo.

3 pensieri su “merfoledì 15 aprile

  1. sr Alida

    Possiamo essere in ricerca dell’incontro con Gesù Risorto….ed essere discepoli di speranza ,con la nostra preghiera per tutti ii malati per chi ci chiede di pregare

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  2. sr rita

    Andavano tristi…delusi…e a buona ragione. Eppure colui per cui erano tristi e delusi era lì, vicino a loro. Li interrogava. Spiegava. Scaldava poco alla volta il loro cuore. La fatica della vita, quando la vita ti chiude in faccia porte che avevi aperto con molta speranza. E alla fine del cammino un invito al forestiero: resta qui con noi. E dai gesti riconoscono che il “motivo” della loro tristezza è vivo. Allora le energie ritornano nelle gambe che corrono, nel cuore che scoppia di gioia, nella parola che annuncia ciò che hanno sperimentato. Ed è ancora Pasqua.

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  3. Elena

    Resta con noi…
    Il cuore riconosce ciò che gli occhi non vedono.
    Signore,resta con noi, perché la tua voce fa vibrare i nostri cuori e riesce a scacciare la tristezza…
    Ti preghiamo per tutti coloro che perdono la speranza ed attraversano la tristezza, nella fatica, nella malattia, nella solitudine, nei lutti.

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