mercoledì 13 gennaio

di | 12 Gennaio 2016

home2Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro:  Andiamocene  altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».  E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Commento

Per oggi commentiamo il vangelo, poi da domani dovremmo tornare ai nostri profeti minori, in particolare leggeremo il profeta Naum. Parto da una cosa bella che mi ha detto una sera don Antonio Callioni a Viloco in Bolivia.  Questo prete è stato e continua ad essere missionario in Bolivia, ha sempre vissuto a fianco dei minatori e quindi è un po’ considerato da tutti un rivoluzionario, una testa calda.  In realtà mi sono accorto nei miei giorni trascorsi in Bolivia che per essere un rivoluzionario vero bisogna avere prima di tutto il cuore dei mistici. Infatti, e questa è la cosa bella, don Antonio quella sera nel freddo di Viloco, nella sua casa povera, ma carica di storia, mi disse: “alla mia età (70 anni) non mi rimane che cercare il volto del Signore che è l’amore”. Questo sì che è un uomo di Dio, mi sono detto e questo sì che è in grado di fare l’unica rivoluzione veramente necessaria oggi: quella dell’amore. Ecco perché il vero uomo di azione deve avere un’anima mistica, cioè deve saper stare davanti a Dio. Grande don Antonio! Il vangelo di oggi dice questa semplice verità in questo modo: uscito in un luogo deserto pregava. Quasi che dopo la grande fatica della missione e dell’agire, Gesù ha un  bisogno costante di ritornare alla fonte dell’agire: il volto di Dio che è l’amore. Ecco il vero uomo di azione! Colui che cerca il volto di Dio per amare gli uomini.

Preghiamo

Preghiamo per il papà di Liana che ci ha lasciato ieri.

4 pensieri su “mercoledì 13 gennaio

  1. Elena

    Bere e nutrirsi direttamente alla fonte, quella fonte inesauribile di amore che è Dio Padre. Iniziare il giorno in Lui e concluderlo nelle Sue mani. Forse è solo questo che muove i passi di chi opera nel nome del Signore.Io non so se è solo questo l’essere dei mistici, però credo che Dio operi miracoli in ciascuna persona che a Lui si affida. Tutto il resto perde di importanza, o meglio, ce l’ha, ma diventa secondaria, meno impellente, non essenziale.
    In questi giorni, gira nelle sale cinematografiche italiane “Il piccolo Principe”, che forse conoscano un po’ tutti.
    Lo leggo con generazioni di alunni e non smetto di stupirmi, me lo rileggo nel silenzio della mia camera, e non smetto di commuovermi di fronte alla grande verità del fatto che “ciò che è essenziale è invisibile agli occhi, si può vedere solo con il cuore”.
    Piccole cose meditate ed osservate, nel mondo ed in noi stessi, nel silenzio e in diverse forme di “deserto”, quello stato che mi permette di ritrovarmi in Dio, di uscire dalla confusione, di avere “illuminazioni” sane e buone, utili per me e per la vita. Mia e degli altri.
    Don Antonio ha colto nel segno, è arrivato all’essenziale. Prego per lui e per chi, come lui, è alla ricerca del volto di Dio, che è amore…
    Affido a Dio il papà di Liana, che ha incontrato questo volto in tutta la sua bellezza…
    Elena

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  2. sr Rita

    Gesù nella Sinagoga ha letto la Parola, ha applicato la Parola a se stesso: “oggi si compie questa parola”. Esce dalla sinagoga e va subito nella casa di Pietro e Andrea: qui trova la suocera malata e la cura. Poi fa un po’ di guarigioni. Alla fine si alza e va a pregare per poi andare oltre, senza lasciarsi tentare da Pietro e dagli altri che lo vorrebbero riportare a Cafarnao. Io penso che mistica sia vivere un rapporto personale col Signore sempre: quando si parla e quando si serve, quando si riposa e quando si prega….senza creare divisioni o contrapposizioni. Il servizio non svuota la persona e la preghiera non è solo un “caricabatteria”: sono modi diversi di vivere la stessa relazione. Proprio come avviene tra due persone che si amano. Preghiamo per Don Antonio e per noi affinché impariamo ad entrare in questa relazione di amore con Dio e con le persone.

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  3. silvia coter

    Weee! Bentornato don Sandro!!! I viaggi ci portano lontano per riportarci poi nel cuore stesso dell’uomo e dell’umanità, in noi. E anche chi racconta ha il potere di farci fare questa esperienza, quindi grazie don che condividi con noi…
    Rivoluzione dell’amore è anche quella che fai tu don Sandro, che ci ami per come siamo! Proprio con fa Dio!
    Mi colpisce questo don Antonio “alla mia età (70 anni) non mi rimane che cercare il volto del Signore che è l’amore”…come se non l’avesse mai fatto!
    Buona giornata a tutti! E scusatemi per la poca frequenza con cui scrivo..

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  4. sr.Alida

    Il Vangelo di oggi,con i vostri bei commenti,mi riporta all’esigenza di unire preghiera e vita….senza creare divisioni un unica relazione d’amore …cercare quel volto nel pregare e nel servire…espresso bene quando don Sandro parla di don Antonio,e di sr Rita, riguardo al Signore. Penso era un poeta che diceva “Posso radicarmi in terra solo se con il ciel discorro” Vorrei gustare questo discorrere, e questo radicarsi in terra ,saper guardare in alto,lasciarsi stupire dal corso della natura,e restare con i piedi per terra ,cercare il volto di Dio amore nella vita e nell’uomo….”Non si vede bene che con il cuore l’essenziale e’ invisibile agli occhi “A me succede che piu’ cerco la profondità ,piu’ mi ritrovo in superficie..Qualcosa di grande è affidato al nostro povero cuore alle nostre povere mani,nell’oggi per l’umanità che vive e che soffre.Una preghiera per don antonio ,per il papà di Liana, per noi. un saluto riconoscente a ciascuno .

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