martedì 9 ottobre

di | 8 Ottobre 2018

la notte della sapienza chagall qoelet 10,8-14

[8]Chi scava una fossa ci casca dentro
e chi disfà un muro è morso da una serpe.
[9]Chi spacca le pietre si fa male
e chi taglia legna corre pericolo.

[10]Se il ferro è ottuso e non se ne affila il taglio, bisogna raddoppiare gli sforzi; la riuscita sta nell’uso della saggezza. [11]Se il serpente morde prima d’essere incantato, non c’è niente da fare per l’incantatore.

[12]Le parole della bocca del saggio procurano benevolenza,
ma le labbra dello stolto lo mandano in rovina:
[13]il principio del suo parlare è sciocchezza,
la fine del suo discorso pazzia funesta.

[14]L’insensato moltiplica le parole: «Non sa l’uomo quel che avverrà: chi gli manifesterà ciò che sarà dopo di lui?».

Commento

Ancora una serie di scene prese dall’ambiente di lavoro (il muratore, il cavatore, il taglialegna, il contadino, l’operaio) e da quello delle fiere di paese (l’incantatore di serpenti, l’imbonitore). L’osservazione di Qoèlet è sempre la stessa: se uno non sa fare bene il suo mestiere e non tiene in ordine i suoi attrezzi, anche se lavora con accanimento, spreca tempo ed energie per niente, e si espone agli sberleffi della gente per la sua goffaggine, insipienza e grettezza di mente. La sapienza non dipende dalla parlantina della persona, tanto meno dalla pretesa di avere una risposta a tutto. Queste osservazioni ci riportano a un discorso sulle “parole logorate” già approfondito in alcuni brani di qoelet. Moltiplicare le parole; usarle a proposito e a sproposito; esordire nel discorso citando luoghi comuni, frasi fatte o autori celebri per mostrare la propria cultura… è ciò che avviene comunemente nella martellante propaganda pubblicitaria o nell’asfissiante comunicazione di massa. Ancora una volta Qoèlet invita tutti al senso dei propri limiti in ciò che si fa e si dice, per non essere stolti e non lasciarsi ingannare dagli imbonitori di turno che calcano impuniti le scene del mondo.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i malati

3 pensieri su “martedì 9 ottobre

  1. srAlida

    La riuscita sta’ nell’uso della saggezza…..Le parole del saggio procurano benevolenza ,la saggezza non esclude il limite…la saggezza è accettazione ,è accoglienza ,perdono ,….le elezioni Brasiliane non sono ancora terminate preghiamo ,e per tutte le persone che soffrono nel
    corpo e nello spirito .

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  2. sr Rita

    L’uso della parola COME L’USO E LA Qualità DEGLI STRUMENTI DI LAVORO, IMPLICANO SAPIENZA E SAGGEZZA PER RAGGIUNGERE UN FINE DESIDERABILE. Spesso anche noi usiamo luoghi comuni nel parlare e non raggiungiamo quella efficacia che le parole, che nascono dal cuore, normalmente producono. Coltiviamo l’armonia tra pensiero, sentimento e parola, così che le nostre relazioni respirino verità.

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  3. . Elena

    La giusta parola al momento giusto, senza sprechi, senza manipolazioni. Parola che nasce libera e pulita, sapiente, e arriva libera e pulita al cuore, genuina! Possiamo anche noi non sprecare tempo, parole, lavoro, competenza, ma usiamo tutto questo con intelligenza e delicatezza, come dono ricevuto che possa essere dono per molti.
    Prego con voi per la difficile situazione brasiliana, per gli ammalati, per chi non trova un lavoro che dia dignità alla persona.

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